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Un Viaggio europeo #74 – Guadix (Spagna)

Spagna
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Dopo che gli Spagnoli sconfissero la dominazione musulmana in Andalusia, non imposero un culto della personalità con statue dell’imperatore come spesso fanno gli imperi conquistatori. Perché non lo fecero? E cosa fecero invece?

Per scoprirlo, visiteremo la città di Guadix in Andalusia. Questa città non va confusa con Cadice, la quale è localizzata nella stessa regione. Cadice si trova ad ovest, lungo l’Oceano Atlantico, mente Guadix è ad est, ai piedi delle pendici settentrionali della Sierra Nevada. E in realtà, il luogo della nostra tappa precedente, Castala, non è lontano: c’è soltanto una distanza di 70 km e il passo Puerto de la Ragua da superare.

Nell’ottavo secolo, i Musulmani invasero l’antica città di Acci, la quale è ormai una rovina chiamata Guadix el Viejo, a pochi chilometri da qui. Più tardi, costruirono Guadix in qualità di fortezza militare. Esistono ancora oggigiorno delle vestigie dell’era musulmana. Ad esempio, l’Alcazaba, un retaggio dell’antica fortezza, può tuttora essere visitato.

Per questa tappa, andremo su uno dei viali principali di Guadix, l’Avenida Medina Olmos. Qui troviamo il Parque de Pedro Antonio de Alarcón, nomato secondo il romanziere dell’ottocento nato a Guadix. Di fronte al parco, vi è una piccola arca sopra una via pedonale portando al centro storico. Questa piccola arca è chiamata Puerta de San Torcuato. Sul suo muro frontale, troviamo il blasone dell’imperatore spagnolo del cinquecento, Carlo V, il quale è un ricordo della vittoria spagnola contro i musulmani durante la Reconquista.

Il fatto affascinante di questa porta è che c’è una cappella sopra. Il nome della porta e la cappella danno una comprensione su ciò che gli spagnoli volevano fare qui. Ma prima di guardare a questo con più dettaglio, scopriamo prima chi era Torquato. 

Torquato era uno degli sette apostoli di Spagna che evangelizzarono l’Andalusia nel primo secolo. Nella nostra ultima tappa, avevamo scoperto un altro di questi, Tesifonte, che evangelizzò Berja. Anche se le informazioni su Tesifonte sono relativamente limitate, possiamo dirne un po’ di più su Torquato.

Secondo i resoconti tradizionali, Torquato e gli altri sei apostoli arrivarono, probabilmente dalla Spagna occidentale, stanchi e affamati. Andarono verso la città di Acci, dove uno dei missionari chiese cibo. Lì fu inorridito di scoprire che i cittadini offrivano dei sacrifici agli idoli. Offrirono un po’ di carne sacrificata ai missionari, i quali molto comprensibilmente la rifiutarono. Realizzando che questi stranieri erano cristiani, la folla fu riempita di rabbia e cercò di catturarli. Secondo il resoconto, i sette uomini fuggirono attraversando un ponte fuori dalla città. Ma quando la folla in perseguimento iniziò ad attraversare il ponte, quest’ultimo crollò.

Questo miracolo, che fu spesso paragonato a Dio aprendo il mar Rosso per Israele, trasformò la furia della folla in terrore. Mentre iniziarono a temere il Dio dei cristiani, diventarono ospitali verso i missionari e ricettivi alla Parola di Dio. Quando Torquato realizzò che Dio stava costruendo la sua chiesa ad Acci, decise di rimanere qui, mentre gli altri sei missionari continuarono il loro viaggio verso altri luoghi della regione. Una dirigente della città, una donna chiamata Luparia, accolse Torquato nella sua proprietà. Lì, l’evangelista costruì un battistero in cui tutti i cittadini di Acci furono battezzati nella fede cristiana. Torquato diventò quindi il primo vescovo di Acci.

Questo è quindi il resoconto tradizionale sulla missione di Torquato. Ma qual è la storia dietro alla cappella e alla Puerta de San Torcuato?

La porta fu costruita dai musulmani come parte della fortezza della città. Dopo la loro conquista della regione, i musulmani smantellarono il vescovato di Acci e la città cadde velocemente in rovina. I cristiani riuscirono a salvare le reliquie del loro vescovo fondatore, Torquato, e li mandarono verso un luogo più sicuro in Galizia.

Dopo la Reconquista nel quattrocento, una delle prime azioni che le autorità spagnole presero fu di riportare le reliquie di Torquato nella cattedrale di Guadix. La porta fu rinominata secondo lui e la cappella fu costruita più tardi in memoria del passaggio delle sue reliquie qui sotto l’arca.

L’impero sovietico costruì tante statue in onore a Lenin e Stalin. La Cina ha tante statue in onore a Mao Zedong. L’Impero spagnolo, tuttavia, non costruì delle statue in onore a Carlo V, ma invece delle cappelle e delle chiese. Qual era il loro motivo?

Gli Spagnoli sapevano che per assicurarsi che la regione s’integrasse nel loro impero cattolico romano, non dovevano imporre un culto della personalità com’è spesso il caso negli imperi moderni. Sapevano che quel che importava davvero era il restauro della memoria e dell’identità cristiana che furono perse durante il dominio musulmano. Ecco perché riportare le reliquie di Torquato era così importante.

Ed anche oggi, la Puerta de San Torcuato rimane un ricordo visibile del modo in cui il Vangelo ha trasformato l’Andalusia prima dell’invasione musulmana.

Alla settimana prossima altrove in Europa.

Cédric Placentino

Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese

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Foto: Fonte: https://andaluciarustica.com/guadix-puerta-de-san-torcuato.htm

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