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Un Viaggio europeo #75 – Iruña/Pamplona (Spagna)

Spagna
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Una mandria di tori selvatici correndo dietro a centinaia di uomini nei vicoli di una città in Spagna: Questa è una scena conosciuta da tanti oggigiorno. Questi eventi, che furono resi famosi dallo scrittore americano Ernest Hemingway, accadono ogni estate a Pamplona. Ma hanno una connessione con i primi secoli di cristianesimo in Spagna?

Per scoprirlo, in questa ultima tappa di una miniserie focalizzandosi sulla Spagna, viaggeremo quindi a Pamplona. O, potrei dire, Iruña, perché la capitale della Navarra è una città bilingue, dove sia lo spagnolo sia il basco sono parlati. Siamo effettivamente nei Paesi Baschi, anche se la proporzione di gente di lingua basca è molto più debole qui rispetto alle parti settentrionali della regione.

Come l’ho detto, Pamplona è famosa per la sua tradizione polemica di corse di tori. Questa è l’attrazione principale della settimana del festival di San Fermín, ed è organizzata ogni mattina alle otto. Per scoprirne di più, cammineremo per qualche metro dalla Plaza Consistorial, uno dei vicoli dove la corsa avviene, fino all’Iglesia de San Saturnino (chiesa di San Saturnino).

Anche se l’edificio gotico attuale fu eretto nel duecento, una chiesa è stata presente qui sin da un epoca ben più antica. La chiesa originale fu effettivamente costruita sul sito di un tempio pagano romano, e all’epoca medievale, diventò la parrocchia principale di uno dei tre borghi della città di Pamplona.

Sia il festival di San Fermín sia la chiesa di San Saturnino hanno un legame affascinante con il modo in cui il vangelo è arrivato in questa regione, probabilmente nel periodo romano. Secondo i resoconti tradizionali, Firmino e Saturnino sono due dei primi missionari ad aver raggiunto Pamplona. Anche se è impossibile per noi separare lo storico dal leggendario, i resoconti delle loro vite ci offrono uno sguardo sul modo in cui il vangelo sarebbe arrivato in questa parte del mondo.

Saturnino, il cui luogo di nascita potrebbe essere Patras in Grecia, fu uno dei primi missionari conosciuti come “Apostoli di Gallia”. Questi furono dei cristiani mandati da Roma per servire nell’odierna Francia. Saturnino arrivò a Tolosa, la città al nord dei Pirenei, probabilmente nel terzo secolo. Lì, predicò il vangelo e certe persone risposero al suo messaggio. Fra i suoi primi convertiti era un uomo chiamato Onesto.

Onesto diventò uno dei discepoli più vicini di Saturnino. Dopo aver finito un periodo d’apostolato, Saturnino lo mandò fuori dai Pirenei per predicare il vangelo in Navarra. Raggiunse finalmente Pamplona, e attraverso il suo ministero, Firmino, il figlio di un ufficiale romano di alto livello della città, fu convertito alla fede in Cristo. Più tardi, Saturnino raggiunse Onesto a Pamplona e battezzò Firmino nel Pocico de San Cernin (il pozzetto di San Saturnino), di fronte a ciò che è oggi la chiesa di San Saturnino.

Firmino seguì poi Saturnino fino a Tolosa dove fu ordinato primo vescovo di Pamplona. Tornò poi nella sua città per organizzare la chiesa locale. Più tardi, Firmino lasciò Pamplona e diventò missionario itinerante in Gallia, attraverso regioni quali l’Aquitania, l’Alvergna e l’Angiò, prima di raggiungere Amiens, al nord di Parigi. All’epoca della persecuzione dioclezianea contro i cristiani, Firmino fu finalmente arrestato dalle autorità locali e martirizzato il 25 settembre 303.

Ma torniamo a Pamplona. Ora che abbiamo scoperto le origini del festival di San Fermín, quali sono le origini dell’evento della corsa di tori? Anche se non conosciamo la risposata con certezza, possiamo rintracciarle da due fonti diversi. La prima, risalendo al periodo medievale, non è specialmente legata a questi resoconti, ma ad una tradizione pratica. I macellai di Pamplona dovevano portare i tori destinati alla macellazione dalle fattorie circostanti fino al centro storico. Per farlo, i macellai correvano di fronte ai tori per attrarli fino al luogo della macellazione nella città. Questa scena iniziò ad attrare la curiosità dei cittadini di Pamplona, e diventò finalmente parte della tradizione della città.

La seconda ragione dietro alla tradizione della corsa di tori è tuttavia legata a Saturnino. I resoconti dicono che, cosiccome Firmino, Onesto e Saturnino morirono da martiri. Anche se Onesto morì probabilmente a Pamplona, il luogo della morte di Saturnino è contestato, potrebbe essere sia Pamplona sia Tolosa. In ogni caso, secondo i resoconti tradizionali, fu attaccato ad un toro che lo trascinò per le strade della città fino alla sua morte.

Anche se è probabile che una gran parte di questi resoconti su Saturnino e Firmino potrebbero in realtà essere falsi, rivelano tuttavia delle verità importanti. In primo luogo, il vangelo ha raggiunto la regione, e la presenza continua d’una chiesa su questo sito ne è una testimonianza fantastica. In secondo luogo, è molto probabile che le persecuzioni del terzo e quarto secolo nell’impero romano, non hanno risparmiato la chiesa a Pamplona.

Anche se l’attuale festival di San Fermín e le sue famose corse di tori sembrano aver ben poco in comune con il cristianesimo, rimangono tuttavia un promemoria potente della storia del vangelo nella penisola iberica.

Alla settimana prossima altrove in Europa.

Cédric Placentino

Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese

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Foto: Wikipedia – Utente: Bernard bill5 – Fonte: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/legalcode

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