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Un viaggio europeo #26 – Narbona (Francia)

Francia
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Le ferie estive iniziano, un momento in cui tanti Europei viaggiano. Siccome noi stiamo viaggiando sin dall’inizio del mese di gennaio, suggerisco di fare un mini viaggio nel viaggio. Nelle prossime settimane, propongo di visitare certi luoghi in cui i valdesi hanno avuto un impatto prima della Riforma.

Se vi ricordate degli episodi precedenti, vi ricorderete forse che ho parlato degli inizi della Riforma valdese a Lione nel dodicesimo secolo. Valdo, il suo precursore, enfatizzava la predicazione laica, la supremazia delle Scritture e il voto di povertà. Questo finalmente portò all’espulsione del movimento dalla città. Invece di provocare la morte del valdismo, quest’espulsione diede invece nascita ad uno dei movimenti missionari più fantastici del medioevo.

Il movimento valdese non ha soltanto contribuito alla propagazione delle Scritture in Europa. Conteneva inoltre certi elementi chiavi che sono diventati gli elementi fondatori dell’Europa moderna, come cercherò di spiegarlo nelle prossime tappe.

Quindi, la prima tappa del nostro mini viaggio sarà la città francese di Narbona, che si trova a quasi 400 km a sudovest di Lione. La città è localizzata vicino al Mar mediterraneo e ai Pirenei catalani.

Narbona fu stabilita nel 118 a.C. dai Romani che ne fecero più tardi la capitale della provincia di Gallia narbonese, che corrisponde grosso modo alla Francia meridionale. Oggi, possiamo trovare tracce del suo passato romano, ad esempio, in un museo d’archeologia.

Ma per trovare traccia dei Valdesi, dobbiamo visitare il centro storico di Narbona. Lì troviamo la Cattedrale gotica ed il Palazzo degli Arcivescovi, composto di una parte di stile romanesco e un’altra di stile gotico. Questi palazzi ci ricordano che Narbona era la sede d’un arcivescovato nel medioevo. E tanti concili provinciali furono organizzati qui.

Nel dodicesimo secolo, un’eresia chiamata catarismo si era sparsa nel sud della Francia. Era una fede basata su due divinità opposte: un dio buono creatore del mondo spirituale, ed un dio maligno creatore del mondo materiale. Tanti nobili nella regione erano diventati catari. Ciò ovviamente preoccupava tanto la chiesa cattolica, che aveva controllato la regione sin dal quinto secolo.

I numerosi concili dichiarando il catarismo eretico non potevano fermare la sua espansione in Europa. Nel sud della Francia, i catari avevano una chiesa ben stabilita. Educavano persino dei missionari per diffondere la loro fede in altre parti d’Europa.

Era in queste circostanze che i Valdesi arrivarono nella regione. Siccome pure loro erano banditi dalla chiesa cattolica, il loro arrivo era benvenuto dai catari. Tuttavia, i valdesi rimasero fermamente radicati nella loro fede evangelica. Notando le divergenze di stili di vita tra i due gruppi, il clero cattolico disse pure dei valdesi: “Sono malvagi, ma comparativamente ad altri eretici, sono ben meno malvagi!”

I valdesi iniziarono velocemente ad avere un impatto enorme sull’opinione pubblica, e la loro fede attinse pure la nobiltà.

Un concilio provinciale organizzato nel centro storico di Narbona trattava specificamente dei valdesi. L’accusa principale della chiesa cattolica contro di loro era ovviamente la predicazione dei laici. La gerarchia cattolica sapeva che questa pratica aveva il potenziale di togliere il loro dominio sulla popolazione. 

Esistono addirittura dei resoconti dei dibattiti, i quali dimostrano quanto i valdesi erano saldi nella loro fede.

Ad esempio, quando il clero li diceva che, secondo le Scritture, la disobbedienza alle autorità meritava la morte eterna, loro rispondevano: “Se i vescovi ed i preti obbedissero alla Parola di Dio, voi avreste ragione. Ma siccome disobbediscono, loro primi, noi dobbiamo scegliere tra queste due vie: obbedire a Dio e disobbedire alla chiesa, oppure obbedire alla chiesa e disobbedire a Dio. Tutto sommato, noi abbiamo pensato che l’unica opzione da seguire e quella che prese l’apostolo San Pietro in un caso simile quando disse: “Meglio obbedire a Dio che non agli uomini.” Se quindi non camminiamo con voi, è soltanto per non rinunciare di seguire la via dell’obbedienza.”

Contro l’accusa di predicare con uno spirito di contesa, i valdesi rispondevano: “Ammettiamo per un momento che le nostre disposizioni siano come voi dite. Il caso sarebbe allora previsto da San Paolo nelle sue parole ai filippesi (1:15-18): “Alcuni invero predicano Cristo anche per invidia e contesa, ma vi sono anche altri che lo predicano di buon animo. Quelli certo annunziano Cristo per contesa, non puramente, pensando di aggiungere afflizione alle mie catene, ma questi lo fanno per amore, sapendo che sono stabilito alla difesa dell’evangelo.” Dopo questo, cosa concluderà l’apostolo? “Che importa? Comunque sia, o per pretesto o sinceramente, Cristo è annunziato; e di questo mi rallegro, anzi me ne rallegrerò anche per l’avvenire.” Perché non potreste anche voi rallegrarvi? Sembra che siete gelosi!”

La conversazione dimostra quanto questi laici conoscevano le Scritture, anche ad un epoca in cui il popolo era di solito senza educazione. Questo rivela che il movimento valdese era anche un precursore dell’educazione universale in Europa.

Purtroppo, all’inizio del duecento, i dominicani mandati dal Papa Innocente III, massacrarono i valdesi insieme ai catari. Certi valdesi sopravvissero in luoghi remoti della regione, dove nuovi movimenti di Riforma nacquero nei secoli successivi. 

Ma come lo scopriremo la settimana prossima, Narbona non è l’unico luogo in cui troviamo tracce dei valdesi.

Alla settimana prossima altrove in Europa.

Cédric Placentino

Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese

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