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Un Viaggio europeo #51 – Kiev (Ucraina)

Quando i comunisti presero il controllo dell’Unione sovietica nel 1917, il loro obiettivo era di costruire una nazione atea e di cancellare il Cristianesimo dalla memoria collettiva. Ma neanche le persecuzioni orribili sotto Iosif Stalin riuscirono a sradicare le chiese con cupole a cipolla.

Difatti, quando il comunismo fu istaurato, il Cristianesimo era stato presente in ex-Unione sovietica per oltre mille anni, e aveva plasmato in modo significativo i popoli slavi orientali. Ma come la fede cristiana arrivò su queste terre? E quale fu la sua influenza? Per rispondere a queste domande, inizieremo una miniserie per esplorare certi luoghi che mostrano come il Cristianesimo si è radicato in quest’angolo del mondo.

Per questa prima tappa, visiteremo Kiev, la capitale dell’Ucraina. Kiev è localizzata lungo il fiume Dnepr, che scorre verso sud fino al Mar Nero. È una città con una storia ricca e diversificata come lo mostra la varietà dei suoi stili architetturali.

Kiev è pure famosa per le sue numerose colline. In questa tappa, visiteremo una di quelle. Per raggiungerla, saliremo una strada chiamata la discesa di Sant’Andrea. È una famosa strada lastricata medievale, popolare per i venditori di strada. La strada inizia da uno dei quartieri principali della città, Podil, per raggiungere la cima della Collina di Sant’Andrea. Lì, troviamo una splendida cattedrale che, qui ancora, porta il nome di Sant’Andrea. La cattedrale è un edificio colorato di stile barocco concepito dall’architetto italiano Bartolomeo Rastrelli.

Per capire l’importanza di questo luogo, diamo prima un’occhiata alla storia antica di Kiev. Per la maggior parte del primo millennio, il Cristianesimo non aveva fatto progressi significativi qui. Al contrario, Kiev fu confrontata da numerose invasioni di tribù pagane; principalmente dai Cazari, una tribù proveniente dall’Asia centrale, ma anche più tardi dai Vichinghi provenienti dall’Europa settentrionale.

La Collina di Sant’Andrea è forse uno dei migliori simboli dell’adozione del Cristianesimo nelle terre slave orientali.

Ci sono in realtà due storie legate a questo luogo. Entrambe sono raccontate nella Cronaca di Nestore, chiamata anche Il racconto dei tempi passati, ed è uno dei più antichi manoscritti slavi orientali. Fu scritta da un monaco chiamato Nestore intorno all’anno 1113, probabilmente nel monastero Pechersky, che si trova su una collina lungo al fiume, non lontana da qui. Gli storici hanno spesso contestato la veracità degli eventi raccontati nella Cronaca. Ma anche se le storie che vi racconterò non sono storicamente verificate, non sono neanche dimostrate come essendo false. In ogni caso, queste storie possono aiutarci a capire come il Cristianesimo si è radicato qui.

La prima storia è legata all’uomo il cui nome si trova in vari luoghi su questa collina: l’apostolo Andrea. Secondo la Cronaca, nel primo secolo, Andrea viaggiava lungo il Dnepr verso nord per predicare il Vangelo nei deserti di Scizia, oggi in Russia centrale e nel Kazakistan.

Quando Andrea arrivò in cima a questa collina, piantò una croce dove si trova oggi la cattedrale di Sant’Andrea. Poi, sempre secondo la Cronaca, profetizzò queste parole: “Su queste colline brillerà la luce della Grazia divina. Ci sarà una grande città, e Dio vi avrà tante chiese nel Suo nome.”Ci sono voluti altri nove cento anni prima che questa profezia iniziasse a vedere il suo compimento.

E questo ci porta alla seconda storia. Nel nono secolo, Kiev era soltanto un paesino in cima a questa collina, e la popolazione slava locale era sotto il dominio dei Cazari. All’epoca, una tribù vichinga, chiamata anche i Rus’, viveva vicino al Lago Ladoga nel nord della Russia odierna. Questi iniziarono ad invadere le terre a sud.

Secondo la Cronaca, un capo dei Rus’ chiamato Rurik inviò due uomini chiamati Askold e Dir a Costantinopoli, probabilmente per invadere la città. Askold e Dir viaggiarono lungo il Dnepr verso sud. Quando arrivarono a Kiev, attaccarono i capi cazari e presero controllo del paesino. Askold e Dir diventarono quindi principi dei Rus’ di Kiev, un territorio che coprirà più tardi la maggior parte della Russia europea.

Askold e Dir andarono con un esercito per invadere Costantinopoli, che era all’epoca il cuore del Cristianesimo ortodosso orientale. Lì, incontrarono il Patriarca Fozio, e invece di invadere la città, potremmo dire che fu la città ad invaderli, siccome tornarono a Kiev da Cristiani recentemente convertiti. Askold e Dir furono quindi i primi capi Rus’ ad adottare il Cristianesimo. Tuttavia, la loro conversione non provocò una transizione veloce e piacevole della loro principalità al Cristianesimo. Oleg, un altro capo Rus’ che aveva invaso la regione di Novgorod, assassinò i due principi a causa della loro fede. I fatti storici mostrano che ci fu un altro secolo d’instabilità prima che il Cristianesimo possa finalmente radicarsi saldamente nella regione.

Quindi, cosa possiamo imparare da queste due storie?

In primo luogo, realizziamo che l’adozione del Cristianesimo nelle terre slave orientali fu fortemente influenzata dalla Chiesa di Costantinopoli. In secondo luogo, notiamo che la possibile profezia di Sant’Andrea si è finora realizzata, perché Kiev è diventata la capitale della principalità e ha tuttora tante chiese.

Anche il regime sovietico non potette annientare la presenza cristiana in questa città. In realtà, le più grandi chiese d’Europa sono oggi nella capitale ucraina.

Alla settimana prossima altrove in Europa.

Cédric Placentino

Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese

Segui un viaggio europeo qui.

Foto: Wikipedia – nome d’utente: Haidamac – legame per la licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/legalcode

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