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Un Viaggio europeo #57 – Zaostrog (Croazia)

Poche persone fuori dai Balcani capiscono la storia di questa regione, e quindi, pochi capiscono le cause principali delle guerre frequenti lì.

In questa seconda tappa d’una miniserie nella quale esploriamo ciò che Dio ha fatto in Croazia, scopriremo certe radici spirituali dietro a questi conflitti, cosiccome l’opera fantastica di Dio in mezzo a questi.

Per questo episodio, visiteremo una cittadina di Dalmazia meridionale chiamata Zaostrog (o Rastozza in italiano). È situata sulla costa adriatica a 13 km del confine con la Bosnia-Erzegovina. Tuttavia, per arrivare al confine per strada, la distanza viene triplicata a causa delle montagne.

A Zaostrog, le montagne e il mare offrono una vista mozzafiato. Vi sono degli appartamenti di vacanze, degli alberghi e dei ristoranti. E se camminiamo sulla strada lungo la spiaggia, scopriamo un arco che segna l’entrata d’un monastero francescano chiamato Santa Maria. Come lo scopriremo, questo chiostro è una testimonianza cruciale dell’opera di Dio qui nel Medioevo. Ma prima di tutto, diamo un occhiata su ciò che è successo nella penisola balcanica nei secoli passati.

Dopo il Grande Scisma tra la chiesa cattolica romana e quella ortodossa nel 1054, una linea di divisione separò l’Europa in due sfere d’influenza. Questa linea attraversava i Balcani. La Serbia andò sotto l’influenza ortodossa mentre la Croazia diventò cattolica. E fra i due paesi, la Bosnia non era raggiunta da nessuna delle due confessioni, probabilmente a causa del suo isolamento geografico. Tuttavia, gli sviluppi storici in Bosnia avranno più tardi un’enorme influenza su tutta la penisola.

Ufficialmente, la Bosnia era sotto dominio della chiesa cattolica romana, ma in pratica quest’ultima era assente. Tuttavia, la Bosnia non era abbandonata in un vuoto spirituale perché una chiesa indipendente emerse nel 12° secolo. Gli eruditi moderni divergono intorno alla questione di ciò che la chiesa di Bosnia credeva. Sembra tuttavia che aveva adottato una forma d’eresia legata al bogomilismo, la quale proveniva probabilmente dalla Macedonia del Nord.

Il bogomilismo credeva che il Dio Creatore regnava soltanto nella parte spirituale del mondo, mentre Satana regnava nella sua parte materiale. Ben presto, questa dottrina si diffuse fuori dai Balcani per attingere il nord Italia e il sud della Francia.

Nel duecento, Roma era determinata ad eliminare l’eresia manu militari. E quindi, il papa chiese ai re di Francia e d’Ungheria di andare in crociata, rispettivamente nel sud della Francia e in Bosnia. Anche se i piani riuscirono in Francia, la crociata di Bosnia fallì. Questo lasciò la chiesa cattolica in una posizione difficile nei Balcani.

L’inizio d’una soluzione arrivò attraverso un nuovo movimento monastico fondato un decennio prima da un monaco chiamato Giovanni di Pietro di Bernardone, cioè Francesco d’Assisi. Il movimento francescano era dedicato alla povertà, e uno dei suoi obiettivi principali era di servire il popolo con opere di compassione.

I Francescani si propagarono ben presto fuori d’Assisi. E negli anni 1220, i primi monaci arrivarono in Croazia e in Bosnia. Il movimento si radicò velocemente qui. Il loro atteggiamento umile di servizio li permise di guadagnarsi persino il rispetto dei loro nemici bosniaci.

Oltre due secoli più tardi, i Francescani erano ben stabiliti nei Balcani. Tuttavia, la situazione fu scossa dall’arrivo dei Turchi musulmani. Iniziarono a progredire in Europa e invasero velocemente la Bosnia, la quale era sempre indebolita dai dissensi tra la chiesa cattolica e la chiesa bosniaca.

E questo ci riporta a questo chiostro di Zaostrog.

Questo monastero fu fondato nel trecento dall’ordine agostiniano. Un secolo dopo, i Musulmani, che avevano appena invaso la Bosnia, iniziarono le loro intrusioni in Croazia. In uno dei loro attacchi, gli Agostiniani abbandonarono il monastero per cercare sicurezza altrove. La popolazione di Zaostrog, che si era stabilita intorno al monastero, si ritrovava ormai indifesa.

Al contrario degli Agostiniani, l’ordine francescano in Croazia e in Bosnia decise di rimanere con il popolo. A Zaostrog, un gruppo di Francescani riprese la carica del chiostro abbandonato e continuò a servire la comunità. Poco dopo, i parrocchiani della città vicina di Makarska vennero a supplicare i monaci di servire la loro chiesa ugualmente abbandonata. Con il tempo, tante parrocchie e monasteri del paese furono ripresi dai Francescani.

Grazie a Dio, i Turchi non ebbero mai pienamente il controllo della Croazia. E fu la tenacia dei Francescani che aiutò il popolo a rimanere in contatto con il cristianesimo, anche in quei tempi incerti. In Bosnia tuttavia, dove i Turchi regnarono per quattro secoli, i Francescani furono più perseguitati e diventarono isolati dai loro fratelli in Croazia. Di conseguenza, tanti Bosniaci si convertirono all’Islam, una situazione che dura ancora oggi.

Finalmente, consentitemi di finire citando un dirigente della Repubblica di Ragusa. Le sue parole ci aiutano a realizzare l’influenza notevole dei Francescani in Croazia:

“Ero stato in grado di notare la grande influenza dei francescani in Dalmazia. Questi frati, molto illuminati, e infinitamente superiori, sotto tutte le ragioni, al resto del clero della provincia, abitano undici conventi. Caritatevoli, zelanti nell’esercizio dei loro doveri, disimpegnano ai bisogni di un gran numero di cure. Nulla era più utile che il guadagnarseli, che accoglierli per amici era dare al governo tutta la forza morale che loro era propria…”

Alla settimana prossima altrove in Europa.

Cédric Placentino

Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese

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Foto: Wikipedia – nome utente: Mario Žamić – legame licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/legalcode

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