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Un Viaggio europeo #56 – Salona (Croazia)

La Croazia è diventata una delle destinazioni turistiche più apprezzate d’Europa in questi ultimi anni. Eppure, la bellezza del paese è in forte contrasto con la sua storia segnata da guerre frequenti.

I conflitti dei secoli passati saranno forse la ragione principale per la quale la Croazia ha ancora tanta storia da scoprire. Nonostante la mancanza d’informazioni storiche dettagliate, cercheremo di scoprire come il Vangelo si è diffuso su questa terra nelle prossime cinque tappe.

Nel 7° secolo, una tribù slava chiamata i Croati, che veniva probabilmente dalla Russia centrale odierna, fece parte dei numerosi invasori del paese. Prima del loro arrivo, il paese era una provincia romana conosciuta sotto il nome di Dalmazia. Era un territorio più ampio della Dalmazia attuale, la quale è la regione litoranea sudoccidentale della Croazia. La Dalmazia antica copriva la Bosnia-Erzegovina, il Montenegro, il Kosovo, la parte litoranea della Croazia, la regione di Serbia ad ovest del Danubio e una piccola parte dell’Albania settentrionale.

Abbiamo già visitato la Croazia in una tappa precedente. Avevamo visitato le rovine d’un monastero in un paesino chiamato Rižinice nello scopo di scoprire come i Croati adottarono i Cristianesimo (tappa 24). Per questa tappa, visiteremo un luogo distante di meno di due chilometri dalle rovine, vicino ad una città chiamata Salona. Se Rižinice ci ha aiutato a capire come i Croati, da nazione, adottarono il Cristianesimo, Salona ci rivelerà l’esistenza della chiesa più antica conosciuta nel paese.

Dal centro di Salona, percorreremo una via sterrata chiamata Put Salone, la quale passa tra i campi ed una zona residenziale. Seicento metri più avanti, scopriamo le rovine dell’antica città romana di Salona. E se andiamo avanti per altri 150 metri, scopriamo un altro sito archeologico, il quale era un cimitero chiamato Manastirina.

Sin dalla fine dell’ottocento, le ricerche archeologiche hanno iniziato a far luce sulla storia della provincia di Dalmazia, la quale era anteriormente pressoché sconosciuta. La menzione più antica di Salona rimonta al 7° secolo a.C.. All’epoca romana, Salona era la capitale della Dalmazia ed aveva una popolazione di 60000 abitanti.

Ma cosa possiamo imparare qui sulla chiesa primitiva in Dalmazia?

Innanzitutto, la Bibbia contiene due resoconti mostrando che il Vangelo fu predicato in Dalmazia nel primo secolo. Poco prima di morire, Paolo scrisse una lettera a Timoteo nella quale menzionava che Tito, il suo ex compagno di missioni, era in quel momento in Dalmazia (2 Timoteo 4:10). Persino Paolo visitò la regione, come lo scrisse ai Romani: “…da Gerusalemme e dintorni fino all’Illiria (cioè la Dalmazia)ho predicato dappertutto il vangelo di Cristo…” (Romani 15:19).

Anche se non si sa se Paolo e Tito sono passati da Salona, l’archeologia ci da indizi che puntano verso l’esistenza d’una chiesa qui nel secondo secolo. In realtà, il cimitero di Manastirina fu probabilmente fondato da una famiglia cristiana d’aristocrati di Salona nel secondo secolo.

Sembra che la chiesa di Salona abbia continuato ad esistere per vari secoli nonostante la persecuzione. In realtà, l’imperatore romano conosciuto come il peggior persecutore dei Cristiani, Diocleziano, aveva una forte connessione con la città di Salona. Può darsi che sia pure nato qui. Questo potrebbe anche spiegare perché diede l’ordine che un palazzo fortificato gli sia costruito sul lungomare vicino alla città. Quando Diocleziano si ritirò, si traslocò nel palazzo e visse lì fino alla morte.

Le persecuzioni di Diocleziano colpirono tutto l’Impero romano. Ma come possiamo immaginarlo, furono particolarmente violente nella città di Diocleziano. E Manastirina ci aiuta a capire ciò che è successo qui.

Nell’ottocento, degli archeologhi hanno trovato varie tombe di martiri in questo cimitero. Fra queste c’era la tomba del martire più famoso, Domnio, che era Vescovo di Salona. Anche se ne sappiamo poco della sua vita, dei testi antichi sembrano suggerire che predicò il Vangelo, battezzò i credenti, difese la fede cristiana presso i non credenti, guarì i malati, ordinò i preti ed evangelizzò la regione. Tuttavia, poco dopo l’inizio delle persecuzioni, il Vescovo Domnio e tanti altri Crisitani salonitani furono uccisi, l’11 aprile 304.

Le persecuzioni finirono quasi dieci anni dopo con l’Editto di Milano (313). Furono le ultime d’una lunga serie di persecuzioni nell’Impero romano. Ma qual era la colpa che i sovrani romani vedevano nei Cristiani?

La religione pagana aveva innalzato l’imperatore come dio supremo che tutti i cittadini e schiavi dovevano adorare. Ovviamente, i Cristiani adoravano invece Gesù Cristo, un uomo che rivendicò essere Dio. Inoltre, il primo dei Dieci Comandamenti diceva esplicitamente “Non avere altri dei oltre a me.” (Esodo 20:3), cioè neanche l’imperatore. La risolutezza dei Cristiani nonostante le numerose persecuzioni che fronteggiarono portò finalmente ad un cambiamento radicale nell’Impero. Poco dopo il regno di Diocleziano, il Cristianesimo diventò religione ufficiale dell’Impero e l’imperatore non fu mai più adorato da dio.

La chiesa di Dalmazia continuò ad affrontare l’avversità nei secoli successivi. La regione fu invasa dagli Avari e dai Croati poco dopo. Durante la distruzione di Salona, i Cristiani trovarono rifugio nel palazzo di Diocleziano, intorno al quale la città di Spalato fu fondata più tardi. Paradossalmente, la casa del peggior persecutore dei Cristiani era ormai diventata il loro riparo.

Alla settimana prossima altrove in Europa.

Cédric Placentino

Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese

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Foto: Wikipedia – nome utente: Roberta F. – legame licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/legalcode

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