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Relazionismo: Perseguire una visione biblica per la società (5a parte)

Il ventesimo secolo ha visto la crescita d’ideologie come il capitalismo o il socialismo. Entrambi erano spesso considerati come corpi di pensiero indipendenti dalla signoria di Cristo. In questa parte finale dello studio ‘Relazionismo: perseguire una visione biblica per la società’, Dott. Michael Schluter spiega perché il Relazionismo può generare una riforma profonda nelle nostre nazioni se rimane collegata con le sue radici bibliche.

(Per leggere le prime quattro parti, cliccare sulla linguetta ‘Jubilee Centre’ sotto a questo articolo, per leggere tutto il documento in inglese, cliccare qui)

Relazionismo: Ideologia secolare o strategia cristiana?

Ha il Relazionismo le ambizioni ideologiche del capitalismo e del socialismo? Una tale suggestione fa immediatamente risuonare i campanelli d’allarme per i cristiani. L’ideologia sa d’idolatria, di soluzioni fuori dalla salvezza, e di strutture di pensiero e d’azioni politiche che non riconoscono la Signoria di Cristo. Sebbene il Relazionismo potrebbe essere considerato magari come un’ideologia nel senso che risulta da una visione del mondo che non è condivisa da tutti, non dovrebbe di certo essere considerato come un corpo autonomo del pensiero umano.

Certi preferirebbero considerare il Relazionismo potenzialmente come base per un partito politico cristiano. Questa via presenta delle difficoltà importanti. I partiti democristiani dell’Europa continentale hanno dimostrato i pericoli di battezzare le politiche di destra (Germania) o di sinistra (Paesi Bassi) nel nome di Cristo. Mentre i valoridella vita politica possono essere tratti dalla Bibbia, e siccome gli assoluti morali possono essere definiti appropriatamente ‘cristiani’, è pericoloso allegare la stessa etichetta per gli strumenti socioeconomici scelti per la loro implementazione. In Sudafrica, per esempio, la mancata distinzione tra il rifiuto dell’apartheid, e la politica specifica di sanzioni come modo di combattere l’apartheid, ha inutilmente alienato certe persone dalla chiesa.

La Relationships Foundation (RF), che ho aiutato a stabilire nel 1993 come catalizzatore per aiutare a trasformare la Gran Bretagna in una società più relazionale, è basata sui valori cristiani, anche se non richiede alcuna convinzione teologica dai suoi sostenitori.[1] Seguendo il modello precedente della campagna Keep Sunday Special, la RF afferma semplicemente di essere fondata sui valori etici della tradizione giudeocristiana. Di conseguenza, il suo contesto può essere approvato da chi riconosce l’importanza centrale delle buone relazioni per il benessere umano, e da chi è convinto da argomenti razionali o intuizione che i principi sottostanti sono solidi, nonostante la loro fonte.

Quindi il Relazionismo è inferiore ad un quadro di pensiero pienamente cristiano. Focalizzandosi esclusivamente sull’amore per il prossimo, fallisce nell’esigenza del primo comandamento: amare Dio. L’assenza della dimensione verticale delle relazioni significa che la motivazione essenziale per costruire dei legami sociali forti e per restaurare le relazioni spezzate, anche ad alto costo personale, è mancante. Tuttavia, cercando d’influenzare una società dove i cristiani sono una minoranza, i cristiani non possono invocare il primo comandamento, quello di amare Dio, nel modo in cui i profeti dell’Antico Testamento lo facevano. Un tale ricorso oggi è il compito dell’evangelismo. Il massimo che i cristiani possono sperare in una società pluralistica è di persuadere la gente dei benefici dell’insegnamento sociale biblico, e quindi di avere una legge nazionale basata sui valori cristiani invece di secolari.

Inoltre, centrando la politica pubblica e lo stile di vita personale sulle relazioni, il Relazionismo parla nelle categorie e nel linguaggio del cristianesimo. È stato definito come ‘strategia di traduzione’, aiutando ad esprimere in termini contemporanei tanti temi centrali dell’insegnamento biblico.[2] Se la legge biblica gioca il ruolo di maestro di scuola per portare la gente a Cristo (Galati 3:24), il Relazionismo deve occupare il centrocampo fra, da una parte la sistemazione di standard etici che non ritengono che la gente sia pronta per una relazione con Cristo, e dall’altra parte, l’affermazione della natura relazionale di tutta la realtà.

Promuovere il Relazionismo nel Nuovo Millennio

Per chi è convinto che è possibile trarre un’agenda basata sulla Bibbia per la riforma politica, economica e sociale, usando l’approccio relazionale, è essenziale analizzare non solo quello che non va nella società ma pure cercare di cambiarla. Gesù ci chiamò a non essere dei spettatori passivi, ma ad essere attivi come sale e luce. Il compito è immenso. Le società occidentali sono bloccate in una visione del mondo che è rafforzata dalle priorità dei mass media, specialmente la pubblicità commerciale, e dalla preoccupazione dei partiti politici per l’economia e per i diritti umani. La centralizzazione dei poteri dello stato e l’individualizzazione dei servizi finanziari (per es. pensioni, assicurazioni, risparmi) rafforzano ulteriormente questa tendenza. Come si può spezzare questo giogo?

L’era dei centri di pensiero sta finendo; non basta più semplicemente promuovere idee a livello intellettuale. La politica si fa sempre più dopo una sperimentazione pratica, dei progetti pilota e delle iniziative regionali. Se il Relazionismo è accettato come strategia per l’impegno cristiano politico e personale, possiamo sperare delle iniziative ampie di riforma ai livelli nazionali, regionali e locali basate sul pensiero relazionale. Quelli nella politica nazionale e locale, nei servizi commerciali e finanziari, nelle professioni e nei ruoli di assistenza lavoreranno con un nuovo agenda.

Credo che il Relazionismo avrà un impatto a lungo termine sulla società occidentale soltanto se rimarrà principalmente in contatto con le sue radici bibliche. Divorziato dagli insegnamenti biblici, mancherà la coerenza e l’avanguardia derivate dalla sapienza della rivelazione di Dio nelle Scritture. Fallirà pure ad attrarre o a mantenere il sostegno dei cristiani che riconoscono esplicitamente o intuitivamente la verità e la sapienza di questo approccio. Se è rinnovata costantemente con una comprensione della riflessione biblica, potrà contestare efficacemente le ideologie occidentali dominanti del capitalismo mondiale e del socialismo di mercato.[3]

Michael Schluter

Dr Michael Schluter ha un dottorato di ricerca in economia agricola dalla Cornell University (USA). E il fondatore del Jubilee Centre e della Relationships Foundation. Ha anche lavorato da economista per la Banca mondiale.

Ringraziamo specialmente il Jubilee Centre. Per maggior informazioni, visitate il sito web http://www.jubilee-centre.org.


[1]The Relationships Foundation (Fondazione delle Relazioni), 3 Hooper Street, Cambridge, CB1 2NZ. E-mail: rf@clara.net

[2]John Ashcroft e Christopher Townsend, Political Christians in a Plural Society(Jubilee Centre, Cambridge, 1994), p. 81.

[3]The Jubilee Centre, a sister charity of the Relationships Foundation, is based in the same building as the Relationships Foundation and is intended to provide an ongoing stream of biblical research and reflection to help develop Relationships Foundation initiatives and policy perspectives.

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