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Relazionismo: Perseguire una visione biblica per la società (1a parte)

Dopo una serie intitolata ‘Riforma sociale cristiana: qual è l’agenda?’, Dr. Michael Schluter approfondisce il tema del Relazionismo, il quale contiene il potenziale di iniziare una nuova riforma biblica nelle nostre società moderne. Per leggere l’articolo completo in inglese, cliccare qui. Per leggere altri articoli dal Jubilee Centre, cliccate sul tag ‘Jubilee Centre’ in basso a questo articolo.

È ormai assiomatico che la grande idea è un concetto anacronistico. Il tema centrale che i gruppi di ricerca condividono è che la società è diventata troppo diversificata e frammentata per essere ridotta a semplici concetti organizzativi quali il mercato o il socialismo.

Richard Cockett, The Times, 8 agosto 1994

Riassunto

Questo saggio racconta la storia della mia ricerca, nel corso dei venti ultimi anni[1], per trovare un paradigma sociale alternativo vicino alle norme bibliche rispetto al capitalismo democratico o al socialismo di mercato. L’insegnamento biblico sulla questione è trovato nella legge dell’Antico Testamento, dove Dio fornisce un quadro normativo per la società israelita. Gesù dice che la legge biblica dipende dal comandamento doppio d’amare Dio e d’amare il suo prossimo. L’amore non è un termine d’economia o di finanze, ma il linguaggio delle relazioni, e quindi il termine Relazionismo. I principi della legge biblica, interpretati in termini relazionali, offrono una base coerente per la politica pubblica e per le decisioni di stile di vita personale. Quindi, il Relazionismo offre una bella prospettiva per una riforma della società, a patto che non sia tagliata dalle sue radici nella rivelazione biblica.

Abbiamo ancora bisogno della ‘Grande Idea’?

La caduta del Muro di Berlino fu una svolta. Il tempo dei grandi principi in politica è ormai alle spalle. Ciò che è buono è ciò che funziona. La politica dovrebbe essere valutata secondo l’unico criterio pragmatico: se funziona, usiamolo; se non funziona, abbandoniamolo. Questo è un periodo di politica a singole priorità, in un momento in cui una società plurale deve vivere con visioni multipli di ciò che è socialmente auspicabile.

Tuttavia, l’approccio pragmatico contiene dei problemi. Ci vuole tanto tempo per osservare la piena misura della politica, quindi pure con il suo carattere proprio, il pragmatismo è sperimentalmente pericoloso. Più fondamentalmente, le politiche sono raramente, per non dire mai, neutre. La previdenza per le pensioni, ad esempio, coinvolge una scelta tra la responsabilità dell’individuo, della famiglia e dello stato. Il sistema fiscale e di sussidi può sostenere il matrimonio oppure rendere la coabitazione finanziariamente più attraente. Una piattaforma politica costruita su un approccio caso per caso sarà probabilmente piene di contraddizioni interne.

Nel Regno Unito, sin dall’impegno di Margaret Thatcher per l’economia di mercato, ci sono stati pochissimi tentativi di delineare una visione sociale coerente. Il movimento comunitario richiede che un’attenzione più grande sia data alle questioni di cittadinanza e di comunità, ma non riesce a rimediare le cause dell’individualismo crescente. Il movimento Verde ha acquisito un posto nell’agenda nazionale, ma rimane secondario rispetto alle numerose preoccupazioni politiche centrali quali la disoccupazione urbana ed il futuro dell’assistenza sanitaria.

Certi si ricorderanno con nostalgia dei sogni utopici del passato cristiano. La visione della Riforma di ‘Repubblica cristiana’ sarà forse attraente, ma come restaureremo prima una fede generalizzata in Dio abbastanza forte per plasmare il comportamento personale? Ugualmente, l’ideale socialista cristiano appare fatalmente difettoso quando il controllo dello Stato sull’economia si ritrova ridotto a bussare ogni tanto nervosamente alle porte delle aziende.

Cercare un’alternativa al capitalismo, al marxismo e al socialismo

La mia ricerca per una visione sociale alternativa costruita su fondamenta bibliche rimonta ad oltre vent’anni.La storia inizia in Africa orientale negli anni 1970. Il Kenya era all’epoca al centro di un dibattito ideologico. Nella vicina Tanzania, Nyerere istaurava il ‘socialismo ujamaa’, il quale comportava la rimozione forzata dei contadini dalle loro fattorie per risistemarli in villaggi. Al nord, il regime autocrate di Hailé Selassié stava per essere rimpiazzato da un regime marxista repressivo. Anche nel Kenya, il capitalismo appena contenuto introduceva delle disparità di redditi estremi. I dirigenti africani cristiani cercavano una risposta biblica a questi regimi.

Nello stesso tempo, la riflessione cristiana in Gran Bretagna si focalizzava sull’identificazione dei principi biblici permettendo di analizzare la politica pubblica. La sinistra enfatizzava la giustizia, la destra insisteva sulla responsabilità. Tuttavia, tali principi generali erano inadeguati per valutare la villaggizzazione obbligatoria in Tanzania. La storia circolava che Nyerere aveva chiesto ai vescovi in Tanzania di valutare le sue decisioni politiche. Siccome non avevano nulla da dire, chiese loro di sostenerlo pubblicamente. Non c’era davvero nessuna base biblica per una recensione critica?

Le mie discussioni con Roy Clements, all’epoca pastore della Chiesa battista di Nairobi, puntavano verso uno sguardo nuovo sulla legge dell’Antico Testamento da fondamento etico per la vita pubblica. L’etica del Nuovo Testamento era data in gran parte ai cristiani: presupponeva la presenza dello Spirito Santo ed era data per guidare gli individui e la chiesa invece del comportamento della società. Quindi, il comandamento di Gesù di ‘porgere l’altra guancia’ non è una base appropriata per giudicare i ladri armati in una corte di giustizia. Gesù stesso si riferiva alla legge dell’Antico Testamento come fonte d’insegnamento etico dato da Dio quando esortava i suoi discepoli di agire in qualità di sale e luce nella società, nella tradizione dei profeti (Matteo 5:11-20). Precisa che la legge biblica continua ad essere la norma di Dio per la società non rigenerata (Matteo 5:17-19), data in parte come una sistemazione per la durezza del cuore dell’uomo (Matteo 19:8).

Sin dall’estate 1975, abbiamo effettuato uno studio accurato e sistematico del sistema politico, economico e sociale contenuto nella Legge di Mosè. Risultò essere un’iniziativa ricca e gratificante. Anche se le leggi sembravano, in primo luogo, essere una collezione casuale, uno studio più ravvicinato rivelava una notevole consistenza interna. Considereremo i temi interconnessi che emersero più tardi. Basta dire che qui si trovava un modello coerente d’economia politica che aveva una pertinenza che era ovvia per le domande alle quali avevamo cercato di rispondere in Africa dell’Est.

(La seconda parte sarà pubblicata la settimana prossima)

Michael Schluter

Dr Michael Schluter ha un dottorato di ricerca in economia agricola dalla Cornell University (USA). E il fondatore del Jubilee Centre e della Relationships Foundation. Ha anche lavorato da economista per la Banca mondiale.

Ringraziamo specialmente il Jubilee Centre. Per maggior informazioni, visitate il sito web http://www.jubilee-centre.org.


[1]Questo articolo fu scritto nel dicembre 1997

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