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Il messaggio dietro al mito

Un abbozzo del futuro libro di Evert van de Poll ‘L’Europa ed il Vangelo’.

Erodoto diceva: ‘Forse dovremmo accettare che (il nome d’Europa) deriva dal nome d’una donna di Tiro chiamata Europé’.

Si riferiva al mito greco nel quale incontriamo una certa Europé. Secondo il mito, Zeus, la divinità suprema, si mascherò in toro in un incontro con le Oceanine, un gruppo di belle giovani ragazze che stavano giocando sulla costiera della città fenicia di Tiro (oggi in Libano). Tuttavia, egli era soltanto interessato da una di loro: la giovane ed attraente Europé, figlia di Agenor, re di Tiro. Affascinato dalla sua bellezza, Zeus la sedusse e la prese in passeggiata sulla sua schiena, ma poi la rapì, nuotando fino all’isola lontana di Creta. Lì, la prese come concubina, e lei diede nascita a Minosse. La coppia ebbe altri due figli. Per onorarla, Zeus nomò le regioni al nord della Creta secondo lei.

Ma, come lo notava giustamente Erodoto, questa storia non ha nulla a che fare con la regione alla quale i suoi contemporanei avevano attribuito il nome Europa. L’unico indizio geografico che il mito Europé suggerisce è che l’isola di Creta giace agli incroci tra le tre parti maggiori che componevano il mondo per gli eruditi dell’antichità: l’Europé al nord, l’Asia all’est e l’Africa al sud.

Potrebbe esistere un altro indizio dietro a questa storia curiosa. La mitologia non è mai soltanto un prodotto della fantasia, neanche soltanto la distrazione della narrazione. C’è sempre un messaggio dietro a queste storie. Formulati in linguaggio mitologico, ci dicono qualcosa sul mondo reale. Quale intenzione e quale lezione gli antichi greci potevano avere in mente quando veicolavano questa storia di generazione in generazione?

A prima vista, questo mito potrebbe sottolineare l’origine orientale del nome Europa. Non dimenticare che sembrava ammonire i greci che la terra dove vivevano deve il suo nome ai popoli dell’Est. Era la loro idea di chiamarci ‘Europa’, la ‘terra dove il sole tramonta’, ‘l’Occidente’. Nel suo studio sulle origini dell’Europa, George de Reynold argomenta che questo era precisamente il punto. ‘Ovviamente, era soltanto agli occhi degli asiatici, dei fenici, degli assiri, degli egiziani, che la penisola ellenica, e tutto ciò che era più in là, era la terra dove il sole tramonta, la terra della notte, la terra del nord. Questa prova geografica sottolinea la prospettiva che la parola Europa ha origini semitiche e feniche. E la storia ha confermato questa prospettiva.’

Perché perpetuare la storia di questa principessa di cui portiamo il nome? Varie fonti attestano del fatto che ‘Europa’ aveva una connotazione culturale per gli antichi greci. L’usavano a volte in opposizione ad Asia e ai persiani che vivevano lì: ‘asiatico’ significava volgarità, eccesso, despotismo e tutto ciò che era persiano, a differenza di ‘Europa’ che era identificata con la Grecia, e quindi con la libertà e la civilizzazione.

Questo mito sarà forse una critica contro tale pregiudizio, contro tali sentimenti di superiorità? Sarà un promemoria che le origini della loro civilizzazione erano parzialmente nell’Occidente e parzialmente nell’Oriente? Sarà che comunicava il messaggio ai greci che dovevano trarre dalle fonti orientali per sviluppare la loro filosofia? Che l’Ovest non può vivere senza l’Est? Che dobbiamo rimanere aperti a ciò che l’Oriente ha da dirci? Numerosi autori commentando sul mito pensano che questo era precisamente il suo messaggio nascosto. Il filosofo francese Boucounta Seye, ad esempio, scrive: ‘l’immagine d’una mescolanza culturale emerge da questa storia: l’identità greca è diventata più forte perché si era aperta all’Oriente.’

Secoli più tardi, degli autori cristiani come Lattanzio raccontavano ancora la stessa versione del mito per indicare che le origini spirituali dell’Europa erano in Asia: a Gerusalemme per essere preciso. Il vero sovrano dell’Ovest viene dall’Est, loro dichiaravano, facendo riferimento, ovviamente, a Gesù Cristo. Questa è un’interpretazione invitante, anche se va oltre a ciò che gli antichi greci potevano potenzialmente avere in mente.Oggigiorno, il mito è usato per raccontare ancora un’altra storia. Nel 2012, l’immagine di questa principessa mitica appare sulle banconote d’euro per illustrare le origini comuni delle nazioni d’Europa.

Evert Van de Poll


Professore di Studi religiosi e di Missiologia, Facoltà teologica evangelica, Lovanio, Belgio, e pastore con la Federazione battista francese.

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