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L’Europa ed il Vangelo

Da oggi, il Centro Schuman pubblicherà degli estratti della futura riedizione del libro di Evert Van de Poll ‘L’Europa ed il Vangelo’. Iniziamo oggi con l’introduzione.

Essendo stato in vari paesi europei nel mio percorso di vita, ed essendo stato coinvolto in attività d’insegnamento fuori dal continente, sono diventato sempre più cosciente del carattere socioculturale specifico dell’Europa, rispetto ad altre regioni del mondo.

Attraverso il continente e le isole che lo circondano, incontriamo una diversità di contesti etnici, di lingue, di culture, di religioni e di storie nazionali, eppure fanno tutte parte di un insieme, una specie di realtà globale o di campo unificatore chiamato ‘Europa’. Cosa questo significa di preciso? Cosa rende una popolazione, un paese o una cultura ‘europeo’? Sono queste domande che stimolarono il mio interesse per il fenomeno storico e culturale d’Europa.

Vivere e lavorare in vari luoghi d’Europa mi ha pure reso cosciente delle sfide di comunicare il messaggio in società che sono state plasmate da una lunga storia di cristianizzazione, ma che sono ormai diventate ampiamente secolarizzate e multi-religiose. Questo mi ha spinto a studiare ‘l’Europa’ sotto un angolo socio-religioso, nello scopo di acquisire una comprensione migliore di questo contesto particolare nel quale la Chiesa è chiamata a compiere la sua missione. Di solito, le Chiese e le organizzazioni missionarie si focalizzano sulle caratteristiche d’un paese, ma se portiamo uno sguardo più ampio, scopriamo le stesse realtà e tendenze socio-religiose in tutta l’Europa, e queste fanno luce su ogni situazione ‘nazionale’. 

Questo doppio interesse mi ha spinto a scrivere una serie di saggi che sono radunati in questo libro.

Sono particolarmente interessato dall’influenza del cristianesimo nel modellamento dell’Europa nel passato, il suo ruolo negli sviluppi quali il processo dell’integrazione economica e politica che ha portato all’Unione europea, ed il suo posto nella società attuale. Qual è l’eredità del cristianesimo europeo e quale valore le diamo? In che modo le società europee attuali sono ‘postcristiane’? Fino a che punto e in che modo gli Europei sono ancora ‘Cristiani’? Quali sono le tendenze secolarizzanti e religiose, e cosa il futuro ha in serbo in questo contesto? Andremo forse verso delle situazioni ‘post-secolari’, come lo dicono certi osservatori, e cosa questo implica? Finalmente, quali sono gli ostacoli tipici ed i ponti per la comunicazione del messaggio che aveva una volta plasmato il mondo europeo nel quale viviamo e abbiamo la nostra esistenza?

Ristabilire la verità

Queste domande sono importanti, perché esiste oggigiorno una forte tendenza di minimizzare il ruolo del Cristianesimo nel modellamento dei valori europei quali la democrazia, l’uguaglianza, la libertà di coscienza, la dignità umana, la giustizia sociale, e così via. Sentiamo costantemente un’altra storia, raccontandoci che questi valori sono i frutti della filosofia secolare dell’illuminismo del settecento. Ci viene detto che devono la democrazia e la scienza razionale agli antichi greci, e ai loro discepoli colti nell’Europa moderna. L’umanesimo è presentato come un’alternativa secolare all’intolleranza, alle persecuzioni e alle guerre religiose che il cristianesimo ha condotto nel passato. Secondo questa storia, il cristianesimo appartiene al passato. Possiamo apprezzare la sua eredità culturale e religiosa, ma non è certo una guida per il modellamento dell’Europa di domani.

Questa storia, quanto popolare possa essere, specialmente nella parte occidentale dell’Europa, è un mito: un mito secolare. Anche se contiene tanti elementi di verità, ignora e reinterpreta altri elementi. In questo modo, costruisce uno scenario che non regge di fronte ai fatti. In questo libro, intendo di ristabilire la verità. Quando guardiamo al modellamento dell’Europa nel passato senza pregiudizio, vediamo l’influenza notevole della Bibbia e della fede cristiana, che hanno trasformato la cultura, la visione del mondo e l’identità dei suoi abitanti, e modellato ogni sfera della società. Non posso onestamente eludere la conclusione che senza quest’influenza, l’Europa come la conosciamo oggi non avrebbe mai esistito, neanche l’Unione europea.

Dobbiamo quindi correggere la storia del cristianesimo e dell’Europa e raccontarla il più fedelmente possibile. In questo modo, sono convinto che questa storia è lungi da essere finita.

Altri capitoli devono ancora essere scritti!

Evert Van de Poll


Professore di Studi religiosi e di Missiologia, Facoltà teologica evangelica, Lovanio, Belgio

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