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Tre minuti che cambiarono l’Europa (2a parte)

Un discorso di Jeff Fountain nella Celebrazione della Giornata dell’Europa (9 maggio 2019 – Bucarest) (1a parte qui)

Era durante un viaggio in treno nel 1948 che Schuman sentì parlare di un centro in Svizzera chiamato: “Il Centro per la Riconciliazione delle Nazioni” in un paesino chiamato Caux, sopra Montreux, all’estremità orientale del Lago di Ginevra. Sentì parlare di tante riconciliazioni che vi accadevano, tra padronati e lavoratori. Era molto incuriosito da quel che succedeva lì. Voleva incontrare questo uomo, Frank Buchman, un’evangelista luterano che dirigeva questo movimento chiamato ‘Riarmamento morale’ che aveva comprato questo luogo.

Schuman non andò lì prima del 1952, ma incontrò Sig. Buchman e gli disse: “Sono affascinato da quel che lei fa. Non sono sicuro, forse dovrei ritirarmi. Vorrei andare in un monastero e scrivere le mie memorie. Cosa lei pensa che io dovrei fare?” Frank Buchman rispose: “Cosa le dice di fare il suo cuore?” Queste due persone credevano nell’ascolto della voce di Dio. Schuman disse: “Sapevo che lei mi avrebbe risposto così. So che il compito della riconciliazione tra la Germania e la Francia non è finito.”

Caux era il posto in cui migliaia di tedeschi dai mondi dell’industria, dell’educazione, dei media, della chiesa o del governo erano capaci di venire insieme per incontrare i loro omologhi da altre nazioni. Ci furono tante riconciliazioni fra questa gente. Schuman aveva chiesto a Buchman: “ma in chi posso avere fiducia nella nuova Germania?” Buchman rispose: “Abbiamo tante persone eccellenti a Caux.” Una di quelle era Konrad Adenauer. Era venuto con tanti membri della sua famiglia.

Adenauer era lì quando sentì una donna francese chiamata Irène Laure confessare il suo odio verso i tedeschi. Voleva vedere la Germania cancellata dalla mappa. Eppure, era a Caux che aveva avuto un cambiamento di cuore. Chiese di poter parlare a tutti i tedeschi, e li chiese perdono per il suo atteggiamento verso la Germania. Loro risposerò con cortesia. Adenauer le disse: “Lei deve venire per raccontare la sua storia in Germania.” Andò e parlò di fronte a tanti parlamenti dei Länder della Germania Ovest.

Questo iniziò un ampio movimento di riconciliazione e di perdono che diventò profondamente radicato. Persino nella regione industriale della valle della Ruhr, i sindacalisti usati dal Cremlino per portare la Germania Ovest sotto i loro controllo furono trasformati dalla storia del Vangelo predicato attraverso teatro e cinema dalla gente del Riarmamento morale. Questa è una storia che non sentiamo spesso. Il modo in cui il perdono e la riconciliazione erano nel cuore della nascita di un nuovo concetto in cui le nazioni d’Europa potessero avere relazioni reciproche. Ed era questa relazione tra Adenauer e Schuman, un tedesco e un francese, resa possibile attraverso Buchman, che permise di costruire la fiducia.

La dichiarazione per iniziare la Comunità europea del carbone e dell’acciaio fu fatta nel 9 maggio 1950. Schuman, Adenauer e l’italiano Alcide De Gasperi andarono insieme in un ritiro di preghiera in un monastero prima di firmare finalmente il trattato nel 1951. Era in quel momento che Adenauer disse a Schuman: “Credo sia provvidenziale che il compito maggiore di ricostruire l’Europa su queste fondazioni cristiane riposi sulle spalle di uomini come io, lei e il nostro fratello Alcide De Gasperi.” Cercavano consapevolmente di ricostruire l’Europa su fondazioni cristiane.

Questo ha finalmente portato a quest’evento del 9 maggio, esattamente 69 anni fa. I titoli del giorno successivo parlavano della bomba Schuman, di come Schuman aveva sorpreso il mondo. Mai prima la parte sconfitta era stata trattata da equa dopo una guerra. Questo era nuovo, una cosa fuori norma che aveva una motivazione cristiana. Pertanto, non è inappropriato che l’Unione europea abbia ricevuto il Premio Nobel della Pace qualche anno fa. La storia iniziò il 9 maggio.

Ecco perché dovremmo davvero riconoscere il 9 maggio come la Giornata dell’Europa. Dovremmo riconoscerla come una Giornata dell’Interdipendenza, una giornata di connessione, un giorno in cui celebriamo la nostra unità con la diversità, un giorno in cui possiamo fermarci e fare qualcosa che ci fa realizzare quanto siamo stati arricchiti dalla nostra diversità. Siamo stati così tanto arricchiti dal fatto che abbiamo tutte queste altre culture e le nostre frontiere aperte per poter essere in relazioni reciproche.

Non esiste altro spazio sulla faccia di questa terra che conosce una tale sperimentazione. Quindi, perché non organizzare una cena internazionale, avere della musica internazionale o andare nelle gallerie d’arte per apprezzare tutte le arti che vengono da queste nazionalità diverse? Possiamo ringraziare Dio per questa diversità, e il motto dell’Unione europea è, ovviamente, ‘l’unità con la diversità’. Esiste soltanto una base filosofica per l’unità con la diversità ed è ciò che è espresso nel Simbolo niceno-costantinopolitano: l’unità e la diversità della Trinità. Questo non è possibile attraverso il monismo o il dualismo. È soltanto possibile attraverso il trinitarismo. Come lo ha detto Padre Mavrichi, questo sottolinea davvero che le fondazioni furono poste a Nicea nel 325 d.C.[1]

Spero che questo dia un po’ di comprensione sul perché sentiamo che è importante mettere questa giornata sulla mappa ed organizzare un evento per il Forum sullo stato dell’Europa. Questo fu ispirato da Vaclav Havel, dalla Repubblica Ceca, che scrisse sul fatto di voler avere un Forum sullo stato del mondo. Questo è un momento in cui possiamo radunarci, cristiani da vari retroterra, da pentecostali a ortodossi, da ogni tipo di disciplina, per guardare alla situazione in Europa e chiederci in quale direzione andare.

Il futuro dell’Europa è ben troppo importante per lasciarlo ai politici. L’Europa ha bisogno di un’anima. Questo è qualcosa di cui Robert Schuman parlava: l’anima e lo spirito dell’Europa. L’anima era la fonte di vita. Lo spirito era riconoscere questa fonte di vita e dire: “Si, lo adottiamo e c’impegniamo quindi per il bene dell’insieme.” Non è la competenza dei politici di trovare l’anima. Questo è un lavoro delle comunità di fede. Ecco perché, rappresentando varie comunità di fede, dobbiamo chiederci: “come possiamo impegnarci per plasmare il futuro dell’Europa?” Possiamo essere pessimisti per il futuro, però dobbiamo fermarci e pensare a cos’assomigliava l’Europa alla fine della seconda guerra mondiale, e essere riconoscenti per quel che è successo sin da allora.

Jeff Fountain

Direttore Centro Schuman


[1]Ironicamente, il Concilio di Nicea, dove fu firmato il simbolo, iniziò nel mese di maggio 325

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