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Non il mio tipo di cristiano!

Un articolo dell’edizione 31 del periodico Vista.

Una risposta al rapporto 2018 del centro di ricerca Pew, Essere cristiano in Europa occidentale

Le convinzioni ed i comportamenti cristiani contemporanei in Europa occidentale sono raramente studiati oltre al livello nazionale. Per rimediare a questa lacuna di conoscenza, la ricerca Pew ha effettuato 24599 interviste telefoniche in 15 paesi tra aprile ed agosto 2017. Inoltre, 12000 individui ‘religiosamente non affiliati’ (atei, agnostici, persone ‘senza opinione particolare’ – o i ‘niente’) sono state intervistate ed i loro atteggiamenti e le loro pratiche ugualmente registrate. Un rapporto di 156 pagine è stato pubblicato nel maggio 2018.

Il rapporto presenta vari nuovi indicatori che misurano l’implicazione nel New Age, la dedizione religiosa, e gli atteggiamenti rispetto alle nazionalità, all’immigrazione e alle minoranze religiose (indicatori che rispecchiano il ‘Nova Index of Secularisation in Europe’ o NISE (indice Nova della secolarizzazione in Europa), presentato nella nostra edizione d’ottobre 2010).

Descrivendo gli europei occidentali, i ricercatori Pew distinguono varie categorie di popolazione: il punto di riferimento ‘europei occidentali’ (o EO), i ‘religiosamente non affiliati’ (o ‘niente’), i cristiani non praticanti e non partecipanti, i cristiani partecipanti alla chiesa (o i ‘religiosamente praticanti’), ed i religiosamente commessi. Leggendo questo rapporto, è importante assicurarsi che queste categorie sono capite correttamente. A volte, sembrano essere utilizzate intercambiabilmente o non facendo chiaramente le distinzioni. Con questa precauzione minore segnalata, è ora di tuffarci nelle ricchezze del rapporto.

Cos’è conosciuto sulle convinzioni dominanti degli europei occidentali?

Secondo il rapporto, il 71 per cento degli EO s’identifica da cristiano, anche se soltanto 16% va in chiesa almeno una volta al mese. L’identità cristiana rimane un punto di riferimento significativo per l’individuo – anche quando non significherebbe forse quel che un missionario evangelico significa in questo. Il rapporto dimostra che gli EO sono prevalentemente ‘cristiani non praticanti’ con l’80 per cento dicendo che conosce il cristianesimo e le sue pratiche, un chiaro contrasto con i due EO su tre che professano la loro ignoranza dell’islam e del giudaismo.

La fede in Dio è rivendicata dal 58 per cento degli EO, anche se il 15 per cento la rivendica con certezza assoluta e soltanto il 15 per cento crede in un Dio biblico. La metà di questi, cioè il 29 per cento degli EO, capisce Dio come essendo principalmente ‘pieno d’amore’. Le nozioni di Dio giudice, onnisciente o onnipotente, sono ben meno comunemente capite dagli EO. Tuttavia, il due terzo degli EO crede di avere un anima ed il 40 per cento crede nella una vita dopo la morte.

Solo poco più di un europeo su dieci si descrive come ‘spirituale’, anche se un quarto rivendica essere sia religioso sia spirituale (fra i quali figurano indubbiamente i cristiani che vanno in chiesa). Di quelli che si auto-identificano spirituali, il due terzo crede in una potenza o una forza superiore. Solo il 12 per centro di loro crede in Dio come descritto nella Bibbia. Tuttavia, hanno una più alta probabilità di ingaggiarsi con il New Age, le religioni orientali o popolari, temere ‘l’occhio del male’, praticare il yoga da pratica spirituale, e credere nella reincarnazione, agli oroscopi, ai tarocchi e alla capacità degli indovini.

Mentre soltanto l’8 per cento degli EO cerca di persuadere altre persone di adottare le loro convinzioni religiose, un numero più significativo di 24 per cento dona alla loro chiesa. Questo rispecchia la loro valutazione generalmente positiva del ruolo delle istituzioni religiose nella società: aiutare i poveri ed i bisognosi, radunare la gente, rinforzare la comunità e, per certe persone, rinforzare la moralità nella società.

Cosa sappiamo sui religiosamente non affiliati (i ‘niente’)?

I ‘niente’ sono tipicamente più giovani, più educati, e sproporzionalmente maschili. Il due terzo di loro dice di essere stato battezzato o educato da cristiano, derivando gradualmente per motivi diversi, comprese per le posizioni negative della chiesa per quanto riguarda l’omosessualità, l’aborto o gli scandali nella chiesa. Di conseguenza, pochi fra di loro partecipano ad una funzione religiosa. È questo gruppo di popolazione che interessa gli eruditi della convinzione e della pratica nominale in Europa, che descrivono probabilmente questo gruppo utilizzando una definizione alternativa di ‘nominale’.

Curiosamente, appena meno di un terzo di ‘niente’ dice di credere in ‘una potenza superiore’. Questa fetta della torta atea/agnostica interessa i ricercatori Pew, che l’etichettano ‘credenti religiosamente non affiliati’. Molto probabilmente, credono di avere un’anima ed esprimono forse meno di altri ‘niente’ degli atteggiamenti antireligiosi. Hanno inoltre una più grande probabilità rispetto ai cristiani d’ingaggiarsi nel New Age alternativo o in altre pratiche spirituali.

I ‘niente’ sono più facilmente trovati nei paesi protestanti rispetto ai paesi cattolici ed essere educato da ‘niente’ rende molto più probabile che questa persona morrà da ‘niente’. In modo incoraggiante, certe persone educate da ‘niente’ adottano l’identità religiosa e/o la pratica più tardi nella vita. In tutta l’Europa, il 17 per cento degli ex ‘niente’ ha adottato una certa forma d’affiliazione religiosa (identità, non partecipante o partecipante e credente).

Identificarsi da cristiano non praticante (o ‘non partecipante’)?

Per questo rapporto, i ricercatori Pew hanno definito la categoria di ‘cristiani non praticanti’ identificando degli individui che non vanno più alle funzioni di chiesa (‘non praticanti’) ma che mantengono delle convinzioni religiose sufficientemente ortodosse per essere descritte da ‘cristiani’. In tutta l’Europa, i cristiani non praticanti sorpassano i ‘niente’ anche se la maggioranza dice di non essere ne religiosi ne spirituali! Hanno tendenza di credere in Dio (o in una potenza superiore), di essere più positivamente disposti verso le istituzioni religiose, e sono a favore dell’aborto legale e del matrimonio omosessuale. Una maggioranza dice di educare i propri bambini da cristiani ma insiste di tener la religione fuori dalla politica governativa.

Il cristiano non praticante è descritto dai ricercatori Pew in riferimento alla convinzione religiose, alle convinzioni sul posto della religione nella società, e alle convinzioni sull’identità nazionale, l’immigrazione e le minoranze religiose. (Gli editori di Vista notano con una certa misura di soddisfazione, che questi sono temi che Vista ha costantemente tenuto in conto sin dalla prima edizione).

(La seconda parte verrà pubblicata la settimana prossima)

Darrell Jackson

Professore associato di missiologia, Morling College. darrellj@morling.edu.au.

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