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Il simbolo che unisce e che divide

Discorso d’apertura del direttore del Centro Schuman, Jeff Fountain, alla Celebrazione della Giornata dell’Europa del 9 maggio 2019 a Bucarest.

Vorrei che il cuore di questo evento sia il nostro Signore Gesù Cristo perché siamo qui uniti nella nostra comprensione che è il Signore dell’Europa. È la storia di Gesù che è stata di gran lunga il fattore più importante per fare dell’Europa, l’Europa. Non lo riconosciamo spesso quando guardiamo intorno a noi in Europa oggi. Abbiamo bisogno di ridefinire la nostra comprensione dell’Europa oggi, alla luce di quel che Dio ha fatto nel passato. 

Ci troviamo vivendo in un Europa che è diventata un vero paradosso. Un’Europa che è stata plasmata dalla storia di Gesù e dal rigetto di questa storia. Siamo molto, molto riconoscenti di poter essere in questo luogo ed in Romania, un paese ortodosso con una forte storia ortodosse perché ci sforza a fronteggiare certe realtà dell’Europa odierna, che tanti di noi in Occidente ignoriamo, e speriamo, oggi e domani, di poter dialogare di più e di arrivare ad una più grande comprensione dei nostri punti comuni, ad Est e ad Ovest, di quel che ci ha diviso nel passato e di quel che dobbiamo fare per questo. 

Oggi è la Giornata dell’Europa. Questa è ben celebrata in certi paesi. In altri paesi, come il mio, sareste fortunati di trovare un centinaio di persone che saprà cos’è la Giornata dell’Europa. E questa è la ragione per la quale organizziamo questi eventi, al fin di cercare a farci prendere coscienza, in primo luogo, delle nostre radici cristiane; l’influenza del Vangelo nel modellamento dell’Europa nel passato, ed anche all’inizio di quel che è diventato il Progetto europeo. Poi, ci chiederemo: “Qual è la nostra responsabilità, da cristiani, nel modellamento del futuro?”

Vorremmo poter riempire un luogo come questo in una giornata come questa. Ma la realtà è che esiste una coscienza molto debole dell’importanza di questa giornata. Non mi fa impressione perché lo abbiamo visto in tutta la storia, che Dio ha operato con delle minoranze fedeli. Io e mia moglie portiamo delle persone in viaggio ogni estate attraverso l’Europa, alla ricerca delle minoranze fedeli che hanno influenzato l’Europa attraverso la loro fede che Gesù è Signore. E quindi, siamo molto riconoscenti di poter trovarci qui. In particolare, questo è soltanto il secondo Forum sullo stato dell’Europa che organizziamo in un paese di sfondo ortodosso, e questo ci da una prospettiva molto diversa su quel che succede oggi in Europa.

Torneremo quindi un po’ indietro nella nostra storia, alla fede che ha plasmato l’Europa nel passato, vedere quante comunanze abbiamo tra l’Est e l’Ovest e quali sono i domini comuni. Analizzeremo in particolare il Simbolo niceno-costantinopolitano. Per quelli del mio passato (sono cresciuto da battista), non recitiamo mai il Simbolo niceno-costantinopolitano nelle nostre funzioni. Ne ho soltanto vagamente sentito parlarne. Ma nella mia circoscrizione, non risentiamo che la storia della Chiesa è così tanto importante. Quel che era importante era il presente. Ma nel corso degli anni, ho imparato ad apprezzare la ricchezza di altre tradizioni. E credo che è importante per noi tutti, cristiani, di capire qualcosa su quel che è successo nel passato e di capire come siamo arrivati dove siamo oggi e di riconoscere fino a quale punto queste questioni del passato sono pertinenti per i nostri titoli odierni. Esploreremo un po’ di questo fra un momento.

Quindi, sono molto felice che Padre Mavrichi sia stato pronto ad ingaggiarsi con noi stasera. Gli ho chiesto se poteva guidarci nella lettura del Simbolo niceno-costantinopolitano, come scritto nei nostri programmi qui. Poi, avremo una conversazione sul modo in cui il Simbolo è stato davvero il simbolo che ha unito e dato all’Europa una base comune di fede, eppure, è diventato il Simbolo che, molto tristemente, ha portato al Gran Scisma tra l’Est e l’Ovest con delle implicazioni profonde per la storia del nostro continente. Certi di voi conosceranno forse una parte di questa controversia ed il modo in cui tutto era focalizzato su una frase particolare. Pronunceremo quindi insieme il Simbolo niceno-costantinopolitano nella versione ortodossa, la quale era, in realtà, la versione originale, elaborata da persone quali Atanasio, il padre copto, uno dei padri della Chiesa. E questo fu accettato nel primo concilio, il Concilio di Nicea nel 325 d.C., da tutte le chiese all’epoca come una dichiarazione della nostra fede cristiana comune.

Di conseguenza, vorrei chiedere al Padre Mavrichi di guidarci nella recitazione.

Crediamo in un solo Dio,
Padre onnipotente,creatore del cielo e della terra,
Di tutte le cose visibili e invisibili.

Ed in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio,nato dal Padre prima di tutti i secoli:

Luce da Luce,Dio vero da Dio vero, generato, non creato,
Della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create.

Per noi uomini e per la nostra salvezza
Discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo 
Si è incarnato nel grembo della Vergine Maria e si è fatto uomo.

Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto.

Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture,

È salito al cielo, siede alla destra del Padre.

E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti,
E il suo regno non avrà fine.

E nello Spirito Santo,
Che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre,
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.

E nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.

Professiamo un solo battesimo per il perdono dei peccati.

Aspettiamo la risurrezione dei mortie la vita del mondo che verrà.

Amen.

(La conversazione tra Jeff Fountain e Padre Mavrichi sarà pubblicata la settimana prossima)

Jeff Fountain

Direttore Centro Schuman

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