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Dio e Cesare (3a parte)

Tratto dal libro di Jeff Fountain Deeply Rooted (1a parte qui, 2a parte qui). Il libro sarà pubblicato prossimamente in italiano.

Schuman era consapevole che questa stagione calma di solitudine, di studio, di riflessione e di preparazione darebbe presto il via a tempi decisivi esigendo un’azione urgente in un Europa disperata di trovare una direzione nuova.

Le notizie dello sbarco del D-Day nel giugno 1944 filtrarono finalmente. La speranza che la liberazione seguirebbe presto crebbe.

Un giorno d’agosto, dei bambini dall’orfanotrofio tornavano da una passeggiata dicendo con eccitazione di aver visto dei soldati americani. Nessuno li credettero fino a quando iniziarono a tirare delle gomme da masticare, dei cioccolati, persino del latte in scatola e del corned beef dalle loro tasche!

Il giorno seguente, la gente della cittadina di Bourg-en-Bresse uscì per le strade giubilando per la loro liberazione. Schuman emerse dal suo isolamento della sua piccola stanza alla fine del corridoio per partecipare alla gioia del momento.

Le truppe alleate entrarono a Parigi il 19 agosto. Era solo una questione di tempo prima che Berlino cadesse, sapeva Schuman, e che il Terzo Reich fosse frantumato.

Fece velocemente strada per Parigi dov’era stato richiesto di consigliare il governo di liberazione sugli affari in Lorena. Scoprì presto, però, che aveva dei nemici in alti posti. Quando il Ministro della Guerra si accorse che Schuman era nella lista da impiegato di governo, ordinò immediatamente di licenziare “questo prodotto di Vichy.”

Altri agenti di governo lo incoraggiarono comunque a tornare nella regione di Mosella, assecondandolo con una jeep ed un agente dell’esercito per la sua protezione. Siccome la città di Metz era ancora sotto controllo tedesco, Schuman dovette trovare residenza in una cittadina vicina.

In pochi giorni, era stato rintracciato da Parigi con una citazione a comparire per il suo arresto, accusato di collaborazione con il nemico mentre era in Germania durante la guerra.

Degli amici gli consigliarono d’ignorare questa citazione, allertandolo che i comunisti ed i nazionalisti stavano compiendo delle purghe motivate da rivincita personale e politica. 

Nel frattempo, Metz era adesso liberata. Schuman si trovò immediatamente nominato nel Comitato di Liberazione, ed iniziò a lavorare per restaurare la vita spaccata della città.

La sua reputazione nel suo distretto locale, non peggiorata dai rumori da Parigi, gli permise di vincere comodamente un seggio nell’assemblea nazionale nuovamente ricostituita. Poi, senza dubbio al grande disappunto dei suoi accusatori, il nome di Robert Schuman era stato annunciato da Ministro delle Finance del primo gabinetto del dopoguerra.

(4a parte qui)

Jeff Fountain

Direttore Centro Schuman

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