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Benvenuti nella “Società SMR” (2a parte)

Secolare e multi-religioso

Un articolo di Evert Van de Poll per il periodico Vista. (prima parte qui)

Risorse e rassicurazioni 

Un secondo aspetto della società SMR (secolare e multi-religiosa) è il riconoscimento dell’importanza della religione, e del Cristianesimo in particolare, per la coesione della società. Il sociologo francese Yves Lambert argomenta che dovremmo rimpiazzare il vecchio modello di secolarizzazione di processo a senso unico, nel quale le comunità religiose sono sempre più marginalizzate, con un modello di secolarizzazione pluralista nel quale la religione rimane importante. “In questo modello, la religione non dovrebbe regnare sulla vita sociale, ma può giocare il suo ruolo completo in qualità di fonte spirituale, etica, culturale ed anche politica nel senso più largo del termine, sempre rispettando l’autonomia individuale ed il pluralismo democratico.”

Habermas concorda quando scrive: “Per l’autocomprensione normativa della modernità, il Cristianesimo ha funzionato più da semplice precursore o catalizzatore. L’egualitarismo universale, dal quale sorsero gli ideali della libertà ed una vita collettiva in solidarietà, la condotta autonoma della vita e l’emancipazione, la moralità di coscienza individuale, i diritti umani e la democrazia, è l’eredità diretta dell’etica giudaica di giustizia e dell’etica cristiana d’amore. Quest’eredità, sostanzialmente invariata, è stata l’oggetto di una riappropriazione e d’una reinterpretazione critica continua. E alla luce delle sfide attuali legate ad una costellazione post-nazionale, dobbiamo adesso, cosiccome nel passato, trarre da questa fonte. Ogni altra cosa è soltanto chiacchiera postmoderna senza fondamenta.”

L’autore italiano Roberto Cipriani parla dell’ambiguità dell’Europa occidentale. Anche se esiste un forte impulso per rompere col passato, e per sviluppare una società secolare e stili di vita secolari, la gente è simultaneamente attratta verso delle direzioni opposte, mentre sente il bisogno di rimanere collegata col passato. “La verità (antropologica) è che le opzioni di valori fondamentali, e dell’esperienza del sacro che trasforma la vita, sono limitate, anche nei tempi moderni. Sono tutte indebolite da pressioni reciproche. A causa di questo, un impulso verso il nuovo non stravincerà. Esiste anche una pressione per restare nella continuità col passato. Quindi la resistenza dei valori e delle istituzioni religiose tradizionali, che servono spesso di rifugio nei tempi difficili.” 

Un rifugio per certi, un segno rassicurante per altri. Gli osservatori in tutta l’Europa notano degli esempi di quel che Grace Davie ha chiamato “la religione ausiliaria”, cioè la nozione della religione compiuta da una minoranza attiva al nome di un numero ben più grande che (almeno in modo implicito) non solo capisce, ma anche approva quel che la minoranza fa. E un po’ come la presenza rassicurante di qualcuno da chi potete sempre andare in tempo di difficoltà, di lutto o di celebrazione.

Anche se Davie sospettava che questo fenomeno dovrebbe gradualmente sparire, ne vediamo ancora tanti esempi, quali i Tedeschi non affiliati che continuano a pagare una tassa di Chiesa (anche se non è più obbligatoria), o lo stato belga che spende i soldi delle tasse per pagare i salari dei pastori e dei preti perché riconosce l’utilità delle chiese per la società nel suo insieme.

Le comunità religiose e politiche

Strettamente legato a questo è un terzo aspetto della società SMR: la relazione cambiante tra la religione in generale e la Chiesa in particolare da un lato, ed il dominio della politica dall’altro. Il sociologo di religione francese Jean-Paul Willaime scrive: “Siamo ad un bivio dove le religioni, lontane da essere viste come essendo più o meno delle tradizioni obsolete che resistono una modernità conquistante, possono apparire gradualmente come risorse simboliche impedendo la politica di diventare una semplice gestione burocratica delle aspirazioni individuali ed evita che la modernità si dissolve in un relativismo generalizzato.”

La sua compatriota Bérengère Massignon la chiama la “seconda fase di secolarizzazione”. Nella prima fase, lo stato secolarizzato ha preso in carica il ruolo delle chiese nella società (l’educazione, la sanità, la trasmissione dei valori, l’assistenza sociale, la definizione delle norme etiche, etc.) Lo stato “neutro” tendeva a secolarizzare la sfera pubblica, nella quale prende il ruolo di piazza centrale, come se Cesare fosse Dio, che stabilisce tutte le regole etiche e dice alla gente come deve comportarsi. In una seconda fase, lo stato riconosce i suoi limiti nelle questioni morali e l’importanza delle istituzioni religiose e della società civile quando si tratta di trasmettere dei valori fondamentali. Questo porta alla desacralizzazione della politica: lo stato non è ne Dio ne Cesare. Per tanto tempo, l’idea direttrice della politica in quel che riguarda la religione era la separazione della Chiesa e dello stato, la non interferenza. Nella società SMR, questa si trasforma in un approccio costruttivo: come le chiese e la religione possono contribuire in generale al bene comune della società?

In un seminario recente, ho sentito un politico olandese dire: “È precisamente perché i Cristiani sono diventati una minoranza che i politici possono apprezzare quel che fanno per la gente nel bisogno, e possono ascoltare i loro appelli etici, perché non devono temere la dominazione della Chiesa dei buoni vecchi tempi.”

Evert Van de Poll


Professore di Studi religiosi e di Missiologia, Facoltà teologica evangelica, Lovanio, Belgio

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