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Un viaggio europeo #5 – Les Escaldes (Andorra)

Ricevere un nome

Dopo la Svezia, andiamo verso sud in una piccola nazione in mezzo ai Pirenei, tra la Francia e la Spagna. Si tratta della Principalità d’Andorra. Saremo a Les Escaldes, un piccolo paesino nei pressi della capitale, Andorra la Vella.

La via principale di Les Escaldes è l’Avinguda Carlemany. Come si può trovare in altre città d’Europa, è una via pedonale e commerciale. Su questa strada, potete trovare un centro commerciale, un albergo, una farmacia, e persino una clinica dentaria portando il nome di Carlemany.

Lo avete forse indovinato, Carlemany è semplicemente la traduzione catalana di Carlo Magno. Anche se il suo nome può essere trovato in vari viali o piazzali d’Europa occidentale, Carlo Magno porta qui un senso particolare per Andorra, ma anche per tutto il continente.

Esploriamo quindi il primo senso.

Alla fine del 5° secolo, L’Impero romano d’Occidente cadde per mano di quelli che i Romani chiamavano i Barbari. Questi erano principalmente delle tribù germaniche provenendo dall’Europa dell’Est. Una di queste tribù, i Visigoti, si stabilirono nella penisola iberica, cioè nelle odierne Spagna e Portogallo. Grazie a sforzi precedenti d’evangelizzazione (ad esempio con Ulfilas), si erano velocemente convertiti al Cristianesimo. E quindi stabilirono il loro regno cristiano nella penisola iberica.

150 anni più tardi, l’Islam comparve nell’Arabia Saudita moderna. I suoi aderenti sparsero velocemente il loro dominio in tante direzioni fino ad arrivare nel sud della Spagna all’inizio dell’8° secolo. E questo era un brutto momento per fronteggiare una minaccia esterna, perché i Visigoti stavano già vivendo all’epoca dei tumulti politici interni.

Più tardi, i Musulmani, chiamati i Mori, sconfissero l’esercito dei Visigoti nei pressi del fiume Guadalete, vicino a Jerez de la Frontera (Andalusia). Questa battaglia forse costò la vita al loro re Rodrigo. La penisola iberica era rimasta senza difesa ed i Mori si sparsero rapidamente per tutto il territorio.

Nel nord della penisola, i catalani sentivano ciò che stava succedendo. Certi scapparono nelle montagne pirenaiche e finirono alle sorgenti del fiume Valira, dove siamo oggi. Inizialmente il posto non era sicuro, perché i Mori che avevano persino attraversato i Pirenei fino alla Francia moderna li circondavano.

Tuttavia, la tendenza iniziò ad invertirsi nella famosa battaglia di Poitiers (Francia). Era lì che l’esercito dei Franchi, guidato da Carlo Martello, sconfisse i Mori. I Franchi, che si erano convertiti al Cristianesimo qualche secolo prima, hanno avuto bisogno di altre due generazioni per superare i Mori. Ed era sotto la guida di Carlo Magno e del suo figlio Ludovico il Pio che i Pirenei furono finalmente pacificati alla fine dell’8° secolo.

Si ritiene che Carlo Magno diede il nome Andorra alle valli dove i catalani si erano rifugiati. Si ispirò da Endor, dal libro biblico dei Giudici, dove Barak e Debora sconfissero i nemici d’Israele (Giudici 4-5). Si ritiene inoltre che concesse ad Andorra una libertà più grande in segno di gratitudine per i loro servizi nelle battaglie. Questa è probabilmente la ragione dietro all’indipendenza di questa nazione.

Ciò mi porta alla seconda ragione per la quale esploriamo l’Avinguda Carlemany.

Le battaglie che si svolsero nei Pirenei non erano soltanto guerre tra varie tribù. Erano guerre tra gruppi religiosi. Anche se sarà difficile accettarlo per le nostre menti moderne, dobbiamo ricordarci che per la maggior parte della storia umana, la religione è sempre stata la base delle nazioni, sulla quale tutto era costruito.

E quindi i Mori guerreggiavano per espandere il dominio islamico in Europa. I Franchi ed i Visigoti, invece, combattevano per difendere ciò che sarebbe diventato la Cristianità, cioè il territorio dove il Cristianesimo era la visione centrale del mondo.

Ed era in certe cronache di queste battaglie che il nome Europeiapparve per la prima volta. Da quel momento, essere europei significava essere cristiani. E quindi il termine Europa significava la terra dei cristiani. Ed era questa visione diversa del mondo che rese l’Europa così distinta da essere chiamata un continente.

Perché sul piano geografico, un continente viene definito come un grande territorio principalmente circondato dalle acque. E quindi su tale base, l’Europa non dovrebbe essere considerata un continente. Eppure chiamiamo l’Europa – e non l’Eurasia – un continente, persino Il Continente, come se fosse il più importante.

Questi due esempi mostrano come Andorra e l’Europa hanno ricevuto i loro nomi grazie all’influenza della Bibbia nelle nostre terre.

Tuttavia, da oltre due cento anni, l’Europa si è allontanata dalla sua fondazione. Quale conseguenza questo porterà all’Europa? Può l’Europa conservare la sua identità? Può l’Europa preservare tutti i frutti portati dal Vangelo in tutte le sfere della vita?

Esplorerò queste domande nella sesta tappa di Un viaggio europeo.

Alla settimana prossima altrove in Europa.

Cédric Placentino

Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese

Segui un viaggio europeo qui.

Mappa: https://d-maps.com/index.php?lang=it

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