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Dov'è l'Europa dell'Est?

Gli Europei occidentali definiscono spesso l’Europa dell’Est come essendo i paesi precedentemente sotto il giogo comunista. Ma i Polacchi, i Cechi o gli Ungheresi piazzano l’est oltre ai loro confini. Dott. Evert van de Poll esplora le radici profonde dietro alle divergenze di comprensione.

Nell’ottocento, l’idea della Mitteleuropa sorse, significando gli imperi germanici e austro-ungheresi.

Questi imperi si estendevano verso l’est, includendo vari popoli slavi cattolici: i Cechi, gli Slovacchi, gli Sloveni, i Croati, i Galiziani… tranne i Polacchi, che facevano parte dell’Impero russo degli zar. L’idea della Mitteleuropa, o Europa centrale, in quei giorni portò all’ideale di unire i popoli germanici e slavi, in una sorta di federazione multiculturale, sebbene con il tedesco in qualità di lingua franca.

Oggi non rimane più niente della vecchia idea dell’Europa centrale. Questo è dovuto alla seconda guerra mondiale, quando i Tedeschi e i loro alleati erano aspramente e crudelmente opposti ai popoli slavi. Poi arrivarono i comunisti che hanno soltanto approfondito il divario. Ma già in quei tempi, l’idea riemerse in un’altra forma, ossia in una forma di partenariato tra i popoli slavi occidentali e gli Ungheresi. Negli anni 1990, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ungheria diventarono conosciute come il Gruppo di Visegrád, il cui nome viene dalla cittadina ungherese dove i re di Boemia, d’Ungheria e di Polonia s’incontrarono nel 1335 per firmare un trattato. Essi recuperarono il titolo d’Europa centrale. Leon Marc spiega:

Gli intellettuali in questi paesi aiutarono a ristabilire il concetto come avevano già tentato di farlo durante l’era comunista. Il raggruppamento politico di Visegrád era destinato a favorire il cammino di questi paesi verso l’accesso all’Unione Europea ma la filosofia sottostante all’idea (il restauro dell’Europa centrale) fu incontrata con reazioni molto miste in Europa occidentale… Apparentemente, l’idea dell’Europa centrale contestava delle opinioni profondamente radicate di tutta l’Europa orientale come una regione intrinsecamente diversa e distante dall’Occidente.

I popoli occidentali dimenticano spesso che gli Slovacchi, gli Sloveni, i Croati, gli Ungheresi, i Cechi e i Polacchi amano considerarsi come facendo parte dell’Europa occidentale. Secondo loro, gli Europei orientali sono i Russi, gli Ucraini o i Rumeni (anche se quest’ultimi parlano una lingua romanica). Esiste un sentimento diffuso che questi non dovrebbero raggiungere l’Unione europea.

In una conferenza culturale internazionale a Praga nel 1995, l’autore polacco Andrzej Szczypiorski pronunziò un discorso nel quale escludeva i Russi dalla civilizzazione europea ‘perché non avevano la legge romana, il Cristianesimo latino e l’illuminismo europeo occidentale.’ Non è l’unico a tenere tali discorsi. Lo storico ungherese argomenta che esiste delle divergenze fondamentali tra l’Europa occidentale, centro-orientale ed orientale. Perry Anderson sintetizzò la discussione sul soggetto come di seguito:

Sin dalla fine degli anni 1980, i pubblicisti e i politici in Ungheria, in terre ceche, in Polonia e, più recentemente, in Slovenia e persino in Croazia, si sono avviati a persuadere il mondo che questi paesi appartengono all’Europa centrale, la quale ha un’affinità naturale con l’Europa occidentale e la quale è fondamentalmente diversa dall’Europa orientale. Ma se la Polonia, o persino la Lituania, sono davvero il centro dell’Europa, che cos’è l’est? Logicamente, si può immaginare che la risposta deve essere la Russia. Ma siccome tanti di quei scrittori (Milan Kundera è un altro esempio) rinnegano che la Russia sia mai stata parte della civilizzazione europea, rimaniamo con l’enigma d’uno spazio autoproclamandosi centro e confine allo stesso tempo.

La cosa interessante con questo tipo di rappresentazione è che sembra che ci sia un sentimento generale, fra i popoli ad est di Berlino e di Vienna, che l’Europa significa ‘l’Occidente.’ Per quanto riguarda la ‘linea’ tra l’est e l’ovest, sembra spostarsi verso est mentre l’UE si espande in questa direzione. Gli Slovacchi, gli Sloveni, i Croati, gli Ungheresi, i Cechi e i Polacchi amano considerarsi parte dell’Occidente. Secondo loro, l’oriente è la Russia, il Belarus e l’Ucraina, ‘un altra’ Europa più ad Est alla quale non vogliono far parte. Se è il caso, questo conferma davvero quanto reale è la demarcazione est-ovest nelle menti della gente, dovunque la tracceranno geograficamente. Questo è un altro confine culturale maggiore. Attraversa l’Ucraina e spiega tanto sugli scontri tra la popolazione delle provincie occidentali, orientate verso l’Unione europea, e la popolazione pro-Russa concentrata nelle provincie orientali. La separazione della Crimea dall’Ucraina e la sua integrazione nella Federazione di Russia nel 2014 ne è un’altra illustrazione. Nel frattempo, gli stati baltici temono che la popolazione russofona dentro i loro confini segua una virata simile verso Mosca ad est.

Al contrario, i dirigenti russi oppongono spesso la loro cultura ‘eurasiatica’ al cosiddetto orientamento atlantico degli Europei occidentali che sono ampiamente influenzati dalla cultura americana. Gli Ucraini sono divisi per quanto riguarda il lato a cui appartengono, e questo è il sottocorrente dei problemi che strappano il loro paese. Certi vorrebbero persino escludere completamente i Russi dalla civilizzazione europea. Nel frattempo, i responsabili della Chiesa ortodossa insistono che la Russia e i suoi vicini sono gli eredi dell’Europa bizantina, la quale rappresenta la continuità dell’Impero romano cristianizzato. In altre parole, enfatizzano che l’Est è un tipo diverso d’Europa.Come definiremo quindi l’Est? Nei circoli accademici, il termine Europa centrale e orientale viene usato per designare allo stesso tempo i legami tra i popoli nella parte orientale più ampia del continente, il loro sfondo etnico comune e, ad esempio, le loro esperienze comune con il comunismo cosiccome la divergenza tra quelli che vivono più vicino all’Occidente da quelli che sono nella zona ‘ortodossa’. Pensiamo che questa è un’usanza conveniente.

Evert Van de Poll

Professore di Studi religiosi e di Missiologia, Facoltà teologica evangelica, Lovanio, Belgio, e pastore con la Federazione battista francese.

Foto: Castello di Visegrád – (Fonte: Wikipedia – Utente: Unknown – Civertan Grafik – Legame licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5/legalcode)

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