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Relazionismo: Perseguire una visione biblica per la società (3a parte)

Dopo aver risposto alle obiezioni comune che sono frequentemente avanzate contro lo studio e l’applicazione della legge biblica nella società moderna, Dr. Michael Schluter continua lo studio di una visione biblica per la società ponendo la domanda: quali principi della legge biblica potrebbero essere applicati nella società secolare? (leggere il documento completo qui. Leggere i primi due articoli di questo studio, cosiccome altri articoli, cliccando sulla linguetta ‘Jubilee Centre’ sotto questo articolo)

Quali sono i principi per l’economia politica?

La tappa successiva era di accertare quali principi della legge biblica potevano essere applicati oggi, in un contesto fortemente secolare. Abbiamo identificato, tra l’altro, i principi successivi:

  • La fondazione dello stato dovrebbe essere un’alleanza o una promessa tra le regioni o le sezioni della società che unisce le parti per il meglio e per il peggio, come in un matrimonio, affinché ci sia un impegno per risolvere i contenziosi invece di ricorrere alla forza o di recedere.
  • La Famiglia (con F maiuscola cioè la famiglia estesa) dovrebbe ricevere il più grande ruolo possibile per garantire la sua coesione a lungo termine. Questo dovrebbe includere delle funzioni economiche e di benessere cosiccome una disposizione per il sostegno emozionale, e per l’arricchimento e l’educazione dei bambini. 
  • Tutte le Famiglie dovrebbero avere delle radici geografiche in un luogo fisico ed una certa parte permanente nella proprietà. Questo aiuta a garantire la prossimità nelle Famiglie e delle comunità locali stabili, cosiccome una certa uguaglianza nelle relazioni sociali pur consentendo delle disparità di ricchezze.[1]
  • L’eccedenza di denaro dovrebbe essere consacrata quanto più possibile nelle Famiglie e le comunità dove le rese sono non pecuniarie, o essere fornita da capitali propri alle aziende affinché il rischio sia condiviso equamente tra i fornitori e gli utenti del capitale.[2]
  • Il reato dovrebbe essere visto non come la violazione individuale delle regole dello stato, ma come una rottura della relazione tra l’aggressore e la vittima, o tra l’aggressore e la comunità locale/nazionale.
  • Il potere del governo centrale dovrebbe essere limitato per garantire la partecipazione del popolo nelle decisioni governando le loro vite. La ‘sussidiarietà’ incoraggia la partecipazione diretta ed aiuta a sviluppare le relazioni dentro la comunità locale.
  • L’unità nazionale deve essere costruita, non sulla centralizzazione militare o esecutiva, ma su un sistema nazionale di diritto, d’educazione e di medicina consapevole dei valori e delle aspirazioni condivise.

Questi principi si rivelavano rafforzarsi mutualmente; formano un modello d’organizzazione politica ed economica.

Identificare la ‘Grande Idea’ o la Legge biblica

Nel 1981, la maggioranza delle basi erano state gettate. Avevamo studiato le implicazioni economiche e sociali delle leggi del giubilato per la proprietà; le implicazioni del divieto di prelevare un interesse, e perché non era applicabile agli stranieri; le strutture politiche; il ruolo dei Leviti; i dispositivi d’aiuto sociale e l’organizzazione militare. Rimaneva tuttavia una questione che ci tormentava: cosa teneva tutte queste leggi insieme? In sostanza, il capitalismo era interessato principalmente dal dispiegamento e dalla crescita del capitale, mentre il socialismo si focalizzava sul ruolo e sull’organizzazione della collettività, e promuoveva la proprietà collettiva dei mezzi di produzione. Qual era il tema centrale del modello trovato nella Legge biblica?

La risposta si rivelò essere tanto semplice quanto profonda. Dopo aver risposto ad una domanda leggermente diversa da un legale, Gesù ha poi risposto direttamente alla domanda che ponevo:

«Maestro, qual è il grande comandamento della legge?».

E Gesú gli disse: “’ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente’.Questo è il primo e il gran comandamento. E il secondo, simile a questo, è: ‘ama il tuo prossimo come te stesso’.Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti.”

(Matteo 22:36-40)

L’amore, ovviamente, non è il linguaggio delle finanze o dell’economia: è il linguaggio delle relazioni. Dio misura una società, Gesù dice, non in base all’importanza del suo PNL o in base all’efficienza dei suoi mercati, ma in base alla qualità delle sue relazioni.

Una scoperta del genere non ha niente di sorprendente. Il cristianesimo è una religione relazionale. Giovanni mostra che Dio non è un individuo isolato vivendo in un universo silenzioso. Invece, “Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio.” (Giovanni 1:1). Come John Zizioulas l’ha osservato:

La lezione fondamentale è che Dio è essenzialmente relazionale, e quindi, ogni essere condivide la relazione: vale a dire, c’è un contenuto relazionale integrato nella natura dell’essere. Essere è esistere in relazione con altri esseri.[3]

Altri aspetti della dottrina cristiana sono ugualmente focalizzati sulle relazioni. Il tema centrale ‘alleanza’ è una promessa che stabilisce e plasma una relazione. L’espiazione è spiegata da Paolo come provocando la riconciliazione (2 Corinzi 5:18-19), il restauro di una relazione spezzata. La vita eterna è una relazione in sviluppo (Giovanni 17:3). Paolo insegna che i doni spirituali, la conoscenza e la generosità verso i poveri non valgono nulla senza la giusta qualità delle relazioni (1 Corinzi 13:1-3) Dal momento della conversione, l’individuo è chiamato a far parte di una nuova comunità e a non vivere o agire in isolamento (ad esempio Efesini 2:19). Il linguaggio delle relazioni è pervasivo nella dottrina e nell’esperienza cristiana.

(La quarta parte sarà pubblicata la settimana prossima)

Michael Schluter

Dr Michael Schluter ha un dottorato di ricerca in economia agricola dalla Cornell University (USA). E il fondatore del Jubilee Centre e della Relationships Foundation. Ha anche lavorato da economista per la Banca mondiale.

Ringraziamo specialmente il Jubilee Centre. Per maggior informazioni, visitate il sito web http://www.jubilee-centre.org.


[1]Vedere il saggio intitolato ‘Disestablishment and the Church of England’ (Vol 3, No 4, Dec 94)

[2]Vedere il saggio intitolato ‘The Biblical Ban on Interest’ (Vol 2, No 1, March 93)

[3]Rapporto della Commissione di studio BCC Study Commission on Trinitarian Doctrine Today, The Forgotten Trinity’(British Council of Churches, London, 1989), p. 16.

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