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Per il meglio e per il peggio

Il terzo dei quattro paradossi discussi da Evert van de Poll. Questo è un abbozzo del suo futuro libro ‘L’Europa ed il Vangelo’. (prima parte qui, seconda parte qui, il terzo qui)

Dovremmo affrettarci di aggiungere che trattiamo qui, non del cristianesimo in generale, ma del cristianesimo europeo.

Non parliamo dell’influenza di astrazioni ideali della ‘fede cristiana’ o di nozioni teologiche quali ‘la Chiesa universale’, ma del modo in cui degli uomini veri e delle donne vere, vivendo in Germania, in Polonia, in Russia, a Roma, ad Atene, a Londra, ad Amsterdam, o altrove, hanno contribuito al modellamento dell’Europa. Questi appartengono (o appartenevano) alle tradizioni cristiane che si sono sviluppate in Europa e in nessun’altro posto. Non trattiamo della Chiesa mondiale, ma di una corrente ben particolare: il cristianesimo europeo. Questa corrente è costituita di una grande varietà di Chiese, di movimenti e d’individui, rappresentando una pluralità di teologie, di liturgie e di stili di vita. Tuttavia, hanno tutti un denominatore comune: sono legati alla storia dell’Europa.

Non dobbiamo essere esperti nella storia della Chiesa per realizzare che l’Europa si è familiarizzata con la fede cristiana per il meglio e per il peggio. Abbiamo qui un quarto paradosso. Come lo vedremo nei capitoli sui risultati misti dell’eredità del cristianesimo europeo, tanto male è stato fatto nel nome di Cristo, e allo stesso tempo ugualmente, tanto bene è stato fatto nel nome dello stesso Signore. È stato testimone di imprese impressionanti di monaci santi e di guerrieri spietati, di predicatori e di crociati, di riformatori pii e di prelati scandalosi, tutti nel nome dello stesso Signore. Più guerre religiose sono state combattute sul suolo europeo rispetto ad ogni altro luogo, ma questo territorio è stato pure la base di spedizione di missionari che hanno portato il messaggio cristiani ai quattro angoli della terra, senza parlare del costo dell’immenso sacrificio. Certe persone cristiane hanno partecipato al commercio di schiavi, mentre altre hanno lottato per l’abolizione della schiavitù. Delle contraddizioni di questo tipo sono tante nella storia dell’Europa e della fede cristiana.

Tenendo sott’occhio questo paradosso, dovremmo essere prudenti di sempre specificare quale tipo di cristianesimo è stato coinvolto nello sviluppo particolare di cui parliamo. In molti casi, possiamo parlare di cristianesimo europeo nel suo insieme, ad esempio, per quanto riguarda la visione biblica e cristiana del mondo. Tuttavia, nella maggioranza dei casi, ci riferiamo alle Chiese storiche che erano in una posizione dominante per un periodo molto lungo e che hanno giocato un ruolo così tanto cruciale nel modellamento delle società europee. Ma in tutte le epoche, ci sono pure stati dei contro-movimenti, dei dissidenti e dei non-conformisti di ogni tipo, che hanno intrecciato i loro fili ed integrato il loro colori sull’arazzo della storia europea.Siamo davvero un continente fatto di tanti paradossi.

Evert Van de Poll


Professore di studi religiosi e di missiologia, facoltà teologica evangelica, Lovanio, Belgio, e pastore con la federazione battista francese.

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