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sfide e opportunità dell’Europa

Discorso di Michael Schluter, ex economista alla Banca mondiale e fondatore del Jubilee Centre, allo Forum sullo stato dell’Europa 2011 di Budapest.

La legge biblica è, com’è scritto nel libro d’Isaia, una grande e gloriosa legge. Riguarda l’amore e l’amore è tutto quel che riguarda la qualità delle relazioni.

Tutto il contenuto di questo discorso riposa su due affermazioni riguardando la legge biblica. La prima affermazione è che la legge biblica è tutto ciò che riguarda la giustizia. Riguarda il modo in cui un Dio relazionale insegna all’umanità di creare una società relazionale. La seconda affermazione è che la chiave per l’interpretazione e l’applicazione della legge biblica è trovata in una frase di Gesù. Quando gli fu chiesto quale dei comandamenti era il più grande, egli rispose: “Amate Dio e amate il vostro prossimo. Da queste due leggi dipendono tutta la legge e tutti i profeti.” (Matteo 22:37-40, parafrasato)

Sette problemi chiavi in Europa

Farò una descrizione veloce di ciò che vedo essere i problemi chiavi in Europe, e perché penso che i cristiani possono sviluppare una strategia di speranza. Abbiamo qualche sfida enorme in Europa, e da cristiani, abbiamo una responsabilità ed un’opportunità unica di rispondere a questi problemi. Ecco sette problemi chiavi, come li vedo.

In primo luogo, c’è una sfida enorme perché Angela Merkel, David Cameron ed altri dirigenti europei dicono che ‘il multiculturalismo è morto.’ Tuttavia, quando dicono che il multiculturalismo è morto, creano un vuoto pericoloso e non lo rimpiazzano con qualcos’altro. Questi tempi sono pericolosi per l’Europa, perché non abbiamo una visione condivisa di dove andiamo.

In secondo luogo, siamo minacciati da un’apatia politica. L’individualismo ha nutrito un non coinvolgimento, sia politico sia economico. La democrazia può sopravvivere a quasi tutto, tranne al non coinvolgimento. Se la gente non vota, il governo sarà legittimo? Gli ultimi governi nel Regno Unito sono stati eletti con una partecipazione del 40%. Sarà abbastanza per legittimare un governo? Se questa percentuale dovesse scendere al 30%, e poi al 20%, se soltanto il 20% della gente vota, sarà abbastanza per legittimare un governo?

In terzo luogo, c’è il problema del debito. Proverbi 22:7 dice che “chi prende in prestito è schiavo di chi presta.” Sia nell’Antico sia nel Nuovo Testamento, siamo ammoniti tante volte contro il debito. Eppure temo che noi, cristiani evangelici, nel corso degli ultimi sessant’anni, non abbiamo affrontato il debito in modo adeguato. Siamo stati meramente silenziosi ed abbiamo osservato il debito accumularsi.

Quindi, di chi diventiamo schiavi in Europa? Possiamo sopravvivere in qualità di comunità economica vibrante se sprofondiamo ancor più nel debito da individui, da coppie, da famiglie, da aziende e finalmente da nazioni? Mentre ci coinvolgiamo sulla via della crescita economica lenta, sopravvivremo contro le nazioni che non sono così tanto in debito e che possono crescere più velocemente di noi?

In quarto luogo, i nostri dirigenti d’aziende mancano di trasparenza. Potrei darvi tanti esempi. Pensate ad esempio alla BP e a quel che è successo nel Golfo del Messico.[1]Allo stesso momento in cui il disastro petrolifero si svolgeva nel golfo, nelle due settimane che seguivano, a Washington D.C., la BP aveva ricevuto il permesso di trivellare in alto mare nell’Artico, sotto il ghiaccio. Dov’è la trasparenza aziendale? La BP è più grande di tante economie di paesi interi. Ma chi può richiedere che i dirigenti della BP siano responsabili? Chi può impedirli di fare quel che vogliono sul nostro pianeta?

O prendete il caso dei differenziali retributivi: cosa significa l’uguaglianza (nella quale diciamo di credere in Europa) quando una persona è pagata dieci volte di più di un’altra persona? Dieci volte? No, cento volte di più di un’altra persona! In effetti, tenendo conto delle opzioni su azioni, va fino a mille volte di più di un’altra persona. Per esempio, c’è una persona dirigendo uno dei nostri grandi supermercati nel Regno Unito pagata 500 volte di più per ogni ora che lavora rispetto alla ragazza cassiera. Può questo corrispondere in modo accettabile all’uguaglianza? Cosa significa di dire “crediamo nell’uguaglianza” e di pagare la gente con questo tipo di differenziale retributivo.

In quinto luogo, c’è il nostro statuto competitivo in Europa. Ho parlato di certi problemi dovuti al debito. Ma c’è un’altra direzione del problema che viene da quel che chiamo “costi generali alti”. Se lasciamo le famiglie spezzarsi, come potremo offrire la cura necessaria alle persone anziane? Ci fidiamo ovviamente del governo. Chi provvede ai bambini che sono alla deriva nel contesto di famiglia monoparentale o di genitori negligenti o malevoli? Ancora una volta, guardiamo allo stato.

Stiamo producendo una generazione intera di gente soggetta alla depressione e alle malattie mentali perché le loro famiglie si spezzano. Oggi, nel Regno Unito, una persona su dodici è sotto antidepressivi. Come potremo pagare per il sostegno di queste persone? La disintegrazione della famiglia ha dei costi umani enormi, ma crea ugualmente dei costi economici che ci rendono non sostenibili.

Il mio sesto problema è il tasso debole di natalità. I politici hanno tendenza a non preoccuparsi del debole tasso di natalità perché non avrà davvero un impatto nei cinque anni del loro mandato. Ma un numero di paesi europei, quali la Spagna, l’Italia, la Germania, e cos`via, hanno un numero di bambini per donna adulta del 1,3 o meno. È lo stesso problema a Singapore, ad Hong Kong ed anche in altri luoghi d’Estremo Oriente.

Questi paesi europei perdono circa un terzo della loro popolazione ogni 30 a 35 anni, dipendendo da com’è esattamente il tasso. Immaginate se un terzo di tutta la popolazione tedesca sarà andata via fra 35 anni. Potete importare la gente per riempire queste mancanze ma cosa rimarrà della cultura europea se andiamo avanti in questa direzione per 60 o 70 anni? Perché non abbiamo bambini? Perché non vogliamo bambini? Che cos’è nel cuore della nostra cultura europea che dice: “non vogliamo avere dei bambini”? Ovviamente, certe persone non possono tragicamente avere dei bambini.

In settimo luogo, nella vita politica, in piazza affari e nel mondo della famiglia, la gente rifiuta di prendere responsabilità. Vorrei darvi un esempio: probabilmente, la maggioranza di noi ha delle pensioni. Con la nostra pensione, siamo seduti a casa, mettiamo i piedi sul tavolo, si fa per dire, e diciamo al nostro fondopensione dove piazziamo i nostri soldi: “datemi di più” o semplicemente “datemi” o “pagatemi”. Tutto quel che voglio sono soldi da voi. Non voglio essere coinvolto. Non voglio sapere dove piazzate i miei soldi. Metteteli nei siti pornografici, metteteli dove volete, ma datemi semplicemente un buon ritorno sul mio capitale.”

Vogliamo la ricompensa senza la responsabilità. Vogliamo l’investimento senza l’implicazione. Vogliamo il beneficio senza la partecipazione. Fratelli e sorelle in Cristo, questa è una situazione insostenibile! Va diritto contro la parabola dei talenti (Matteo 25:14-30) nella quale Gesù dice che l’uomo che piazza i suoi soldi in banca per riceverne un interesse: “questo è un segno di una persona dura che raccoglie laddove non ha seminato.” Abbiamo adottato lo stato di spirito del mondo senza metterlo in discussione, che possiamo raccogliere dove non abbiamo seminato. Possiamo sederci a casa, piazzare i nostri soldi nei fondi di pensione ed aspettarci a riceverlo in ritorno con una crescita del 4%, del 6% o del 8% senza fare nulla per questo.

Opportunità per il cambiamento

Dove possiamo trovare la speranza? Come possiamo cambiare queste cose? Cos’è possibile fare per noi?

In primo luogo, dobbiamo confrontare la via senza uscita del postmodernismo, dell’individualismo, mentredifendiamo in modo convincente quel che chiamo il Relazionismo o il pensiero relazionale. Il Relazionismo è l’idea che le relazioni sono la chiave per il nostro benessere e per la nostra identità. Non è fantascienzae rispecchia quel che tutti sanno di essere vero nei loro cuori. Se vi chiedo qual è la cosa più importante nella vostra vita, e se mi rispondete “la mia macchina”, anche se fosse una Porsche, credo che lei avrà un problema serio. Infatti, tutti trovano che quel che è più importante o significativo per loro sono le relazioni. Dobbiamo comunicarlo sulla piazza pubblica. È ora di lasciare il postmodernismo, il quale, credo, è morto.

In secondo luogo, abbiamo bisogno di una nuova carta europea dei valori relazionali. Vorrei dire a tutti voi radunati qui, ed in particolare agli organizzatori: il tempo non sarà forse arrivato affinché i cristiani producano una carta europea dei valori relazionali? Abbiamo sentito parlare dei cinque valori fondamentali dell’Unione europea, anche se non li abbiamo forse rintracciati in sufficienza nelle loro radici relazionali nei nostri pensieri. Posso suggerire che questo sia qualcosa che gli organizzatori dovrebbero fare prima di Hope III[2], cioè elaborare una carta dei valori relazionali?

In terzo luogo, siccome Gesù parlava di praticare e d’insegnare la legge, noi, da cristiani, dovremmo implorare per, votare per e lavorare per un’Europa senza debito, oltre ad avere noi stessi uno stile di vita senza debito. E penso che raggiungere un’Europa senza debito, dobbiamo coinvolgerci in tre cose.

Una di queste è una gamma di nuovi prodotti finanziari. Con Relationships Global[3], per la quale lavoro nel Regno Unito, lavoriamo attualmente con qualche amico su degli arrangiamenti di condivisione di capitali per l’acquisto di case al posto di crediti ipotecari. È perfettamente fattibile e toglie la persona che usa questi soldi o che presta questi soldi fuori da un contesto di debito.

Poi, dobbiamo prendere esempio sull’impegno della Germania di raggiungere un bilancio equilibrato. Se la Germania può farlo, ognuno di noi dovrebbe essere capace di farlo. Ma credo che dobbiamo andare più lontano della Germania e che dobbiamo implorare i nostri politici, non solo per equilibrare il bilancio, ma anche per ripagare i debiti che abbiamo accumulato.

Finalmente, l’idea del giubileo dell’Antico Testamento deve essere inserita nel pensiero economico in Europa. Questo significa un punto periodico e sistematico di cancellazione dei debiti. Dobbiamo voler cancellare i debiti. Fissiamo la data al 2030, oppure al 2050, ma dobbiamo andare verso questo punto in cui diciamo: “tutti i debiti, da questo momento, saranno cancellati”. Ci vuole un momento di cancellazione dei debiti se vogliamo ristabilire le nostre libertà economiche. Senza cancellazione del debito, non avremo libertà.

In quarto luogo, abbiamo bisogno d’un nuovo codice di governanza d’azienda in Europa, il quale richiede che le aziende facciano un rapporto annualmente dello stato delle loro relazioni con le persone coinvolte. Queste persone sono gli impiegati, i fornitori, i clienti ed anche gli azionari. Potreste pensare che è disperatoma consentitemi di dirvi che questo succede ora in Sudafrica. Hanno un codice di governanza d’azienda chiamato King III.[4]

Siamo coinvolti con quattro società quotate maggiori in questo momento in Sudafrica, aiutandole ad imparare a fare un rapporto sulla qualità delle loro relazioni nei loro conti di rapporti annuali. È sostenuto dall’Istituto di direttori della borsa di Johannesburg. Se possiamo farlo in Sudafrica, perché no in Europa? Darebbe un’opportunità agli impiegati di dire quel che pensano sui differenziali remunerativi che hanno nelle aziende dove lavorano.

In quinto luogo, dobbiamo ricostruire le nostre famiglie estese. Il termine biblico per la famiglia non è la famiglia nucleare (cioè padre, madre e due bambini). È un concetto di famiglia estesa. È possibile ricostruire le famiglie estese in Europa e penso che dovremmo farlo se vogliamo avere delle fondamenta umane in Europa.

In sesto luogo, propongo d’inserire l’idea relazionale nelle aziende. Dobbiamo anche inserirla nelle scuole, negli ospedali, nelle università ed in ogni corpo pubblico. Tutte le agenzie pubbliche che offrono dei servizi al pubblico dovrebbero essere quotate, nonsolo per le loro prestazioni finanziarie e tecniche, ma anche per la loro prestazioni relazionali.

La relazionalità non riguarda soltanto quel che accade nelle nostre relazioni personali. Credo che era l’errore del personalismo, che ha semplicemente preso un tornante sbagliato per strada, anche se le idee erano così importanti e preziosi. Le relazioni sono la chiave tra le organizzazioni, tra le grandi e le piccole aziende, per esempio, tra la facoltà universitaria ed i suoi studenti, tra i clinici e la direzione degli ospedali. Queste relazioni sono tra gruppi professionali, tra organizzazioni. Sistematicamente, ogni parte della nostra vita pubblica è caratterizzata dalle relazioni. Tutte queste relazioni devono essere sotto scrutinio, devono essere riportate e diventare una priorità maggiore nel nostro pensiero pubblico.

Finalmente, abbiamo bisogno d’una ridefinizione dei nostro obiettivi e dei nostri compinenti nazionali in termini di relazioni, di sostenibilità sociale invece d’in termini di crescita economica. Ovviamente, l’economia è importante. Le transazioni finanziarie sono sempre un’espressione d’una relazione sottostante. Se studiate le transazioni finanziarie, ne imparerete tanto sul modo in cui le relazioni si svolgono.

Ma le relazioni sono più importanti dei soldi, e devono essere accertate non soltanto a livello istituzionale, ma anche a livello nazionale, e questo includerà un accertamento nazionale annuale di quel che succede nelle relazioni tra le nazioni d’Europa. Mi sembra straordinario che l’Europa possa esistere in qualità di comunità di nazioni senza alcun processo formale di revisione annuale di ciò che succede nelle relazioni tra i suoi membri. Perché non ne discutiamo ogni anno, da comunità, di ciò che succede nelle nostre relazioni gli uni verso gli altri per trattare i problemi che abbiamo? 

Conclusione

Ecco quel che propongo: se vogliamo seriamente trasformare l’Europa, ciò che dobbiamo fare, da comunità di cristiani, è decidere quel che il nostro agenda di priorità è in base alla nostra comprensione biblica. Dobbiamo designare dei gruppi di lavoro che guardano alle strategie pratiche per compiere questi cambiamenti. Poi dobbiamo radunarci ancora, al momento opportuno, e dobbiamo metterci d’accordo su una serie di cambiamenti che vogliamo presentare ai dirigenti politici.

Michael Schluter
Forum sullo stato dell’Europa – Budapest 2011

Dr Michael Schluter ha un dottorato di ricerca in economia agricola dalla Cornell University (USA). E il fondatore del Jubilee Centre e della Relationships Foundation. Ha anche lavorato da economista per la Banca mondiale.


[1]Il disastro petrolifero Deepwater Horizonè un disastro industriale occorso tra l’aprile ed il settembre del 2010 su una piattaforma petrolifera gestita dalla BP al largo della costiera floridiana.

[2]Hope for Europe (Speranza per l’Europa) è una rete di ministeri evangelici europei. Questo discorso fu pronunciato nella conferenza Hope II di Budapest. Hope III fu organizzata a Tallinn nell’ottobre 2018.

[3]L’organizzazione è stata poi rinomata Ricerca relazionale.

[4]Anche chiamato il King Report on Corporate Governance (Rapporto King sulla governanza aziendale)King III era l’ultima revisione (2009) al momento del discorso. Sin da allora, una quarta revisione chiamata King IV è stata pubblicata nel 2016.

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