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Città e politiche sociali

Nel mese di luglio, il Centro Schuman ripubblica Il progetto di libro da salotto di Jeff Fountain che cerca di promuovere la consapevolezza della centralità dell’influenza di questo libro nel nostro modo occidentale di vita e di pensiero.

Gli Europei odierni non identificherebbero rapidamente le città moderne in quanto luoghi modellati dalla Bibbia. Eppure, uno sguardo più approfondito rivela l’influenza profonda delle Scritture antichesullo sviluppo dei centri urbani in Europa ed oltre.

Iniziando con la storia di Gerusalemme, dove i Cristiani credono che Gesù fu crocifisso e resuscitato, essa è stata modellata sin da allora dalle rivendicazioni delle tre religioni abramitiche, per il meglio o per il peggio.

Roma, la capitale della più grande potenza militare ed economica che il mondo avesse mai visto, si è lasciata prendere dal messaggio cristiano d’amore, di verità e di giustizia in soli tre secoli. È stata sin da allora la sede di una delle più vaste espressioni del Cristianesimo. La caduta di Roma nel 410 spinse Agostino d’Ippona a scrivere la sua altamente influente Città di Dio, considerata come pietra angolare del pensiero occidentale, delineando la storia umana come una tensione tra due città: quella di Dio e quella dell’uomo.

I monasteri – dove la lettura, la recitazione, il canto e la copia della Bibbia erano centrali – furono spesso stabiliti sui siti di vecchie guarnigioni militari romane, come Parigi, Londra, York, Utrecht, Colonia, Zurigo e Ratisbona. Altri monasteri iniziarono in luoghi spopolati, che crebbero finalmente in città, mentre attraevano i pellegrini, gli studenti, gli eruditi, gli artigiani, i birrai, i contadini ed i mercanti. San Gallo fu stabilita dal monaco irlandese San Gallo. Münster deriva dal latino monasterium. Il nome di Monaco di Baviera, München, viene dall’alto tedesco antico significando ‘dai monaci’.

I monasteri fornivano i servizi sociali per le città, offrendo la cura per i malati, i senzatetto, i poveri, gli affamati ed i ribelli. Una piantina di qualsiasi città pre-Riforma mostrerà un terzo o più della superficie urbana occupata dalle chiese e dai monasteri. L’erudito umanista cristiano Erasmo si chiedeva: ‘cos’è una città, se non un grande monastero?’, perché i monasteri prevedevano il modello per una nuova forma di società: la città medievale.

Il cuore di questo modello era il potere di creare delle comunità: il concetto biblico d’agape, l’amore altruistico. La gente era libera di formare delle comunità pubbliche facendo voto – promissio – non basato su legami familiari, o su interessi condivisi, ma centrato intorno ad un ‘ideale’. La città diventò uno spazio per gli uomini liberi ed uguali impegnati nel sostegno mutuale, con un infrastruttura morale costruita sul patto e sul voto personale, spesso rinnovato annualmente. La società civile presupponeva l’auto-controllo ed il mantenimento della promessa.

Le gilde di scambio libero erano delle comunità pattuite regolando le norme e la condotta. La parola ‘gilda’ significava sia il pagamento o la contribuzione, sia il sacrificio o l’adorazione, rispecchiando le origini delle gilde come essendo sia secolari sia religiosi.

La Riforma condusse alla dissoluzione ed alla secolarizzazione delle proprietà monastiche, e quindi ad un cambio nelle responsabilità sociali verso la chiesa diocesana e gli anziani della città. Più tardi, la Rivoluzione industriale aggravò molto i bisogni sociali nelle città sempre più affollate. Delle istituzioni e dei movimenti incarnando una coscienza cristiana risvegliata portarono delle risposte innovative; ad esempio i Metodisti e l’Esercito della Salvezza in Gran Bretagna, i movimenti di diaconesse nei paesi luterani e riformati.

Mentre William Blake contrastava i ‘bui frantoi satanici’ con le visioni di Gerusalemme, altri decisero deliberatamente di costruire i propri monumenti di mattoni e malta per il ‘progresso’ della sapienza umana, senza ricorso al Dio dell’agape. Per tanti, i vizi del Cristianesimo – le guerre di religioni e le alleanze empie con il potere – screditarono la sua abilità d’ispirare degli ideali sociali idonei. Eppure la ricerca continua di visioni alternative sostenendo l’uguaglianza, la libertà e la fraternità nelle città e nella società in generale, rimaneva inafferrabile.

Un secolo fa, i movimenti emergenti della Democrazia cristiana e della Democrazia sociale trassero entrambi all’inizio dai concetti biblici dell’umanità come esseri relazionali creati nell’immagine di Dio – homo socialis piuttosto che homo consumus – per cercare delle risposte alle cosiddette ‘questioni sociali’.

Oggi le domande si sono allargate ed approfondite, includendo questioni d’unità nella diversità riguardando l’etnicità, la religione, il sesso, la giustizia, l’ambiente e la sicurezza. Come nel passato, la Bibbia rimane un ispirazione per esplorare nuovi ideali sociali per le nostre città e comunità.

Jeff Fountain

Direttore Centro Schuman

Per altri articoli di Jeff, visitate www.weeklyword.eu/it

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