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Allargare gli orizzonti

Quindi, il dibattito sulla Brexit andrà avanti ancora per altri sei mesi – fino ad Halloween, o alla Giornata dei Riformatori, se preferite. Sarà ‘dolcetto o scherzetto’ oppure una nuova Riforma della Gran Bretagna? Nessuno lo sa davvero in questo momento.

Ma mi chiedo fino a qual punto il referendum sulla Brexit è stato plasmato da un numero considerevole di cristiani britannici che credeva che un voto per la Brexit significava che votavano per essere liberati da un’alleanza empia con un complotto cattolico o secolarista. Questo messaggio era ed è ancora predicato da evangelisti ‘credendo nella Bibbia’, ben intenzionati, come ad esempio il seguente, sotto il titolo, Perché lasciare l’Unione europea significa che possiamo tornare alla nostra eredità cristiana: 

Cosiccome la predicazione di John e Charles Wesley ci ha salvato dalla Rivoluzione francese e cosiccome le nostre Giornate nazionali di Preghiera convocate dal Re George VI nel corso dei giorni più bui dell’ultima guerra ci hanno salvato da Hitler, credo che le preghiere di tante persone di Dio nei giorni recenti ci hanno liberate dal giogo empio che ha marginalizzato la fede cristiana, rendendo praticamente impossibile l’insegnamento ai bambini della verità della Parola di Dio sul matrimonio tra un uomo ed una donna e facendoci insegnare l’accettabilità del cambiamento di sesso a bambini giovanissimi. Sotto il pretesto della legislazione dei ‘diritti dell’uomo’, l’Unione europea ha cercato d’impedirci di testimoniare apertamente la nostra fede in Gesù Cristo come l’unico cammino di salvezza.

Credo che l’Unione europea è l’adempimento fratturato dell’impero finale della visione di Daniele (i piedi in Daniele 2:33). Dobbiamo tornare alla nostra eredità giudeo-cristiana e resistere contro l’intrusione del secolarismo e della falsa religione.

Idee simili furono popolarizzate cinquant’anni fa nel libro Late Great Planet Earth di Hal Lindsay, mettendo in guardia contro la confederazione delle dieci nazioni d’Europa occidentale (la Comunità economica europea). Era solo nel 1991, quando ho visitato Bruxelles con una squadra di dirigenti della Youth With a Mission Europa per saperne di più sul progetto europeo, che ho iniziato ha realizzare quanto tali prospettive erano scarsamente informate ed irresponsabili. Era in quel momento che, per la prima volta, ho sentito la storia di Robert Schuman, e del processo, motivato dal Cristianesimo, di perdono e di riconciliazione che aveva reso l’inizio del progetto europeo possibile. Lo obiettivo di questo progetto, come Schuman ed altri lo capivano, era il ritorno all’eredità cristiana dell’Europa.

Questa è una storia ampiamente sconosciuta dagli evangelici. (Guardate il film ‘For the love of tomorrow’). La conseguenza della memoria corta e degli orizzonti ristretti è che, invece di essere dei collaboratori responsabili nella ricostruzione dell’Europa del dopoguerra, la nostra circoscrizione evangelica ha avuto pochissimo contributo costruttivo da offrire. Ci siamo troppo spesso tenuti ai margini, puntando il dito e criticando, citando i versetti di Daniele e dell’Apocalisse, senza portare nulla sul tavolo. Non sapevamo semplicemente come pensare ‘Europa’ o ‘piazza pubblica’.

Quando la gente mi chiede: “L’Europa diventerà la bestia?”, rispondo: “Assolutamente, si!… se il popolo di Dio osserva dai margini e critica con un atteggiamento poco costruttivo, invece di essere il sale e la luce come siamo destinati ad essere.” “Ma non sarà il caso perché Dio ha deciso che l’Europa dovrà sempre peggiorare” si può spesso sentire. E quindi, questa sarà una profezia auto-realizzata, la conseguenza del fallimento di portare la comprensione (la luce) e di preservare quel che rimane (il sale) nella società che sperimenta una crisi d’identità.

L’Unione europea non è certamente uno strumento perfetto di governo. Nessun governo sulla terra lo è. Il parlamento britannico lo ha certamente dimostrato nel corso degli ultimi due anni. Ma cosa dovremmo noi, da popolo di Dio, portare sul tavolo?

Questa domanda mi ha perseguitato per decenni. Per questa ragione, noi, il Centro Schuman per gli studi europei, collaboriamo con il ForMission College e l’Università Newman (entrambi localizzati a Birmingham, nel Regno Unito) per offrire un master in leadership di missioni e sugli studi europei. Un modulo sulla formazione dell’Europa rintraccerà il modo in cui il Vangelo è stato il fattore determinante nell’emergenza di una società o comunità di popoli con un eredità cristiana comune, che rese possibile la nascita dell’Unione europea in primo luogo. Un altro modulo sulle sfide e sulle opportunità nell’Europa attuale esamina l’influenza dell’Islam, della nuova spiritualità, del secolarismo, del nazionalismo e del populismo, ed anche la storia e le istituzioni dell’Unione europea. Gli studenti verranno ogni semestre ad Amsterdam per una mediazione di quattro giorni, con la prima ammissione di studenti dal 17 al 20 giugno di quest’anno, e torneranno poi a casa per studiare e farei loro compiti. I nuovi studenti potranno partecipare nei semestri futuri. (Per maggior informazioni, cliccare qui).

Il nostro scopo è di allargare gli orizzonti, equipaggiare la gente di fare una differenza sulla piazza pubblica da politici, funzionari, giornalisti, economisti ed insegnanti, con una prospettiva biblicamente informata sul passato, sul presente e sul futuro dell’Europa.

Perché se riusciamo a riconoscere che l’identità d’Europa è davvero radicata nella storia di Gesù, la Brexit si rivelerà essere l’ultimo dei nostri problemi.

Jeff Fountain

Direttore Centro Schuman

Per altri articoli di Jeff, visitate www.weeklyword.eu/it

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