vai al contenuto principale

L’arresto e la fuga di Schuman (4a parte)

Tratto dal libro di Jeff Fountain Deeply Rooted (1a parte qui, 2a parte qui, 3a parte qui). Il libro sarà pubblicato prossimamente in italiano.

Tramite le sue connessioni clandestine, si era organizzato per avere dei documenti falsi nel nome di Signor Durenne (ispirato dal cognome di sua madre).

Il 1° agosto 1942, sfruttando una custodia più rilassata, sparì inosservato. Conoscendo bene la regione, e con tanti suoi amici e contatti, trovò rifugio nei conventi e nei monasteri, viaggiando a piedi attraverso i sentieri forestali verso la Francia libera.

Come se l’aspettava, un’enorme caccia all’uomo fu subito avviata per rintracciarlo nella Renania, nell’Alsazia-Lorena, e nella Francia occupata. Un premio di 100.000 Reichsmarks era offerto per il suo arresto.

Tredici giorni, settecento chilometri e tanti pericoli scampati dopo, ‘Durenne’ varcò in modo sicuro la linea di demarcazione nella Francia libera a Montmorillon, ad est di Poitiers.

Continuò fino a Ligugé, a sud di Poitiers, per fare una visita all’abate di San Martino, Dom Basset, per consegnare il messaggio terribile della distruzione sistematica degli ebrei.

Dom Basset annotò la conversazione come di seguito: non ci sono più ebrei in Ucraina. Uomini, donne e bambini sono stati separati e presi. Spesso sono mandati praticamente senz’acqua e senza cibo. Li lasciano morire di fame e di freddo. Sono spesso forzati a scavare delle trincee enormi e poi li sparano di fronte a queste. Sono incendiati con petrolio, poi coperti di calce e di terra. Gli ebrei polacchi sono spesso abbattuti da tali metodi radicali. Sono trasportati, separando padri, mogli e bambini. Quando la popolazione tedesca è trasportata, le famiglie sono trasferite. Lo stesso accade per quelli d’Alsazia-Lorena. Ma devono partire senza prendere quasi niente con loro, lasciando il loro paese, e trovandosi in condizioni molto difficili.

Basset era probabilmente la prima persona nel mondo libero a sentire dell’olocausto da una fonte affidabile. Come suggerito, Schuman avrà forse racimolato qualche informazione direttamente dai funzionari nazisti.

Schuman continuò fino a Vichy. Si sentiva il dovere di dire a Pétain ciò che sapeva, che Pétain lo ascolterebbe o meno. Pétain aveva voluto che Schuman servisse nel suo governo ma Schuman aveva rifiutato. Pétain sarebbe pronto ad ascoltarlo questa volta? Anche se non lo avrebbe ascoltato, le potenze alleate avevano istituito delle ambasciate a Vichy dopo il trasloco a sud di Parigi e dovevano sentirlo.

Tutti i poteri di persuasione di Schuman furono necessari per penetrare nei circoli ristretti proteggendo Pétain. Finalmente era capace di coglierlo durante una cena per pochi minuti ed informarlo sulla distruzione degli ebrei.

Pétain rimase impassibile ed indifferente. Dopotutto, tra i suoi primi decreti, lo stesso maresciallo aveva escluso gli ebrei dal governo, e dalle professioni liberali come la medicina ed il diritto.

Nel pubblico però, la notizia della fuga di Schuman creò una grande eccitazione, in particolare per i profughi dell’Alsazia-Lorena. Schuman parlò in convegni pubblici frequentati a volte da 1500 persone. Aveva delle notizie ‘gravi, piene di speranza, profonde e spirituali’. Il suo messaggio che la vittoria alleata era solo una questione di tempo amplificò fortemente il loro morale. La Germania era certa di perdere la guerra, diceva alle folle attente a Lione ed in altre città. I suoi ascoltatori sentirono che la sua reclusione lo aveva permesso d’indagare sulle perdite enorme della Germania sul fronte orientale, e di raccogliere dei numeri e dei dettagli specifici. La guerra non era sostenibile. Prima o poi, la Germania dovrebbe capitolare.

Descriveva inoltre la schiavizzazione nazista dei tedeschi cosiccome di altri popoli. Eppure i documenti di queste riunioni non sono chiari su quanto, semmai, Schuman parlò pubblicamente della sterminazione ebrea.

Incontrò tanti altri colleghi ed amici fidati, e avrà sicuramente condiviso con loro ciò che aveva detto a Dom Basset, teoricamente un estraneo.

Schuman aveva fatto conoscere la sua fuga troppo presto. La libertà comparativa del territorio di Vichy fu di breve durata. Poche settimane più tardi, i tedeschi invasero il rimanente non occupato della Francia. Ora gli SS erano liberi di cercare con più intensità.

De Gaulle (un suo collega sottosegretario del governo Reynaud) invitò Schuman a raggiungerlo nel governo in esilio a Londra. Scelse invece di rimanere in Francia, isolato nell’orfanotrofio di La Providence de Beaupont Bourg-en-Bresse. Tuttavia il suo ritiro forzato dalla vita pubblica gli diede l’opportunità di riflettere, di fare delle ricerche e di progettare la ricostruzione dell’Europa appena l’attesa fine sarebbe arrivata.

Jeff Fountain

Direttore Centro Schuman

Questo articolo ha 0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com