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Vivere l’eredità (2a parte)

Come vivere l’eredità che Robert Schuman ci ha lasciato in Europa? Tratto dal libro di Jeff Fountain Deeply Rooted. Il libro sarà pubblicato prossimamente in italiano (1a parte qui)

II. Oseremo ancora sognare di un Europa diventando una ‘comunità di popoli profondamente radicata nei valori cristiani’?

Parlare di un Europa futura essendo ‘profondamente radicata nei valori cristiani’ fa alzare un sopracciglio in tanti circoli politici ed accademici odierni.

Ma chiediamoci onestamente: quali altri radici ci sono? Le radici, nel senso naturale, hanno fatto crescere un albero, una pianta, un fiore. Sono un seme che si è radicato. Da quali semi e radici l’Europa è cresciuta? 

Le radici nutriscono e si stabilizzano. Cosa succede quand’un albero, una pianta o un fiore è tagliato dalle sue radici? Stiamo vivendo in una ‘civilizzazione a fiore tagliato’? Se è il caso, cosa sarà inevitabile?

In un età relativista, postmoderna, è politicamente incorretto di rivendicare la priorità di qualsiasi visione del mondo su un’altra. Tutte sono ugualmente valide, sentiamo spesso. Niente è assolutamente vero. Nessuna fede può rivendicare di essere vera. Eppure questa dichiarazione è logicamente assurda. La maggioranza delle fedi ritengono di essere univocamente vere: l’islam, il cristianesimo e la fede di chi ritiene assolutamente che nessuna fede e vera.

La dichiarazione che le radici d’Europa sono innanzitutto cristiane è ignorata oggi alla luce della presenza di tante altre rivali. Di conseguenza, la menzione di Dio e della tradizione giudeocristiana nella proposta di una Costituzione europea è stata rigettata.

Eppure, cos’era la fonte reale dei valori di base dell’Europa? È solo materia di congetture? O di fatti storici?

Abbiamo già letto la risposta di Sir Fred Catherwood a questa domanda nel capitolo precedente.

Papa Giovanni Paolo II, d’altra parte, era preparato ad ammettere liberamente che l’Europa aveva delle radici culturali molteplici:

“Un siffatto nuovo ordinamento europeo… per essere davvero adeguato alla promozione dell’autentico bene comune, deve riconoscere e tutelare quei valori che costituiscono il patrimonio più prezioso dell’umanesimo europeo…Molteplici sono le radici culturali che hanno contribuito all’affermazione dei valori fin qui ricordati: dallo spirito della Grecia a quello della romanità; dagli apporti dei popoli latini, celtici, germanici, slavi e ungro-finnici, a quelli della cultura ebraica e del mondo islamico. Questi diversi fattori hanno trovato nella tradizione giudeo-cristiana una forza capace di armonizzarli, consolidarli e promuoverli.[1]         

Eppure, come Sir Fred, il papa sottolineava che la diversità delle culture costituendo l’eredità dell’Europa hanno trovato la loro unità nella tradizione biblica.

Sarà ovviamente normale sentire un papa dire tali cose. Ma anche l’arci-ateo Richard Dawkins candidamente ammette che non possiamo capire la storia europea senza capire il cristianesimo e la Bibbia.

Su questo punto almeno, Dawkins ha ragione! Da dove l’Europa ha acquisito la sua identità coesiva e distinta, da ‘Continente’? E l’unico continente che non è un continente! È soltanto la penisola occidentale del territorio eurasiano.

I popoli europei arrivarono prevalentemente dall’est con i grandi movimenti di popoli arrivando in ondate prima della fine del primo millennio dopo Cristo. Parlavano delle lingue indoeuropee. Hanno adorato tanti dei, centinaia, se non migliaia di quelli in tutta l’Europa – celtici, germanici, nordici, romani, grechi, slavi ed altri ancora.

Una ricerca rapida su google di dei e dee nordici soltanto rivelerà: ASI, razza principale di dei nella mitologia norrena; ANDHRIMNIR, il cuoco degli Asi; ANGRBODA, dea e moglie di Loki; ASTRILD, dea dell’amore; ATLA, dea dell’acqua; AUDHUMLA, la mucca primigenia, formata dallo scioglimento del ghiaccio; BALDER, il più bello dei dei; BEYLA, serva di Freyr; BORGHILD, dea della foschia della sera o della luna, uccide il sole ogni sera; BRAGI, dio dei poeti e padrone di tutti gli skaldi (poeti) nella cultura norrena; BRONO, figlio di Balder, dio della luce diurna; BYLGIA, dea dell’acqua;

e così via, alfabeticamente fino a :… THOR, dio-tuono e protettore degli uomini e dei dei; TYR, il dio originale della guerra nella cultura germanica; ULL, dio della giustizia, del duello e del tiro con l’arco; VALCHIRIA, le fanciulle di battaglia, che scelgono i migliori guerrieri; VALI, figlio di Odino, e il dio nato per vendicare la morte di Balder; VANIR, un gruppo di dei della fertilità e della natura; VAR, dea dei contratti e degli accordi matrimoniali; VIDAR, figlio di Odino e dio del silenzio e della vendetta.

L’identità degli Europei era radicata ad est. Quindi quando si sono sviluppati in un identità occidentale distinta? Cos’è successo a tutti questi dei e dee?

Risposta: dei narratori arrivarono con un Libro per raccontare ai gruppi di popoli vivendo nella penisola eurasiana occidentale la storia di Gesù, il Figlio di Dio. Arrivarono presso i greci, i romani, i celtici, gli scotti, i pitti, gli angli, i sassoni, i franchi, i frisoni, i germani, gli slavi, i goti, i rus’, i baltici, i vichinghi…e più ancora. Convertiti al monoteismo cristiano, questi popoli di diverse culture, lingue e pensieri, dall’Islanda all’Armenia condividevano adesso una visione del mondo basica comune con valori tratti dagli insegnamenti di un uomo: Gesù di Nazareth.

Questa fase pose le fondazioni per quel che stava per affiorare come un’identità geografica autoconsapevole chiamandosi Europa, distinta dal suo sfondo asiatico. L’interazione tra i mondi ex romani ed ex barbari, scrive Norman Davies, diede nascita all’ente chiamata ‘Cristianità’, la fondazione della civilizzazione europea.[2]

Erano i quattro secoli dopo Costantino che diedero nascita all’Europa, quando la maggioranza dei vari popoli della penisola si stabilirono in patrie permanenti e la groppa dell’Impero romano diventò soltanto uno di tanti stati sovrani in una comunità di ‘Cristianità’ argomenta Davies. ‘Tuttavia nessuno usava il nome di Europaper descrivere questa comunità; ma possono esservi ben pochi dubbi che era già esistente’.[3]

Il sociologo tedesco Jürgen Habermas è ampiamente considerato come uno dei filosofi più influenti del mondo e marxista in tante sue idee centrali. In un intervista del 1999, Habermas ammetteva che non c’era nessun’alternativa all’etica giudeocristiana per radicare la libertà, la solidarietà, l’emancipazione, la morale, i diritti umani e la democrazia:

“Per l’autocomprensione normativa della modernità, il cristianesimo ha funzionato come qualcosa di più di soltanto un precursore o un catalizzatore.”

“l’egualitarismo universale, dal quale sorsero gli ideali della libertà ed una vita collettiva in solidarietà, la condotta autonoma della vita e l’emancipazione, la moralità di coscienza individuale, i diritti umani e la democrazia, è l’eredità diretta dell’etica giudaica di giustizia e dell’etica cristiana d’amore.”

“Questa eredità, sostanzialmente invariata, è stata l’oggetto di una riappropriazione e reinterpretazione critica continua. Fino al giorno d’oggi, non esiste alternativa.”

“E alla luce delle sfide attuali di una costellazione postnazionale, dobbiamo trarre sostentamento ora, come nel passato, da questa sostanza. Ogni altra cosa è chiacchere oziosa postmoderna.”[4]

Rispondendo alla nostra domanda: “Ci sono altre radici sulle quali si può basare il futuro dell’Europa?”, Habermas risponde a sorpresa: “No”!

Il scienziato politico inglese John Gray ci porta un passo avanti. Il suo libro Cani di paglia è un attacco devastante contro l’umanesimo, che chiama ‘cristianesimo mascherato’[5]. Quando togliete Dio dal quadro, egli postula, non c’è base per parlare della dignità dell’uomo o dell’eccezzionalismo umano. Il titolo del libro viene da un festival tradizionale cinese nel quale dei cani di paglia sono creati e adorati per un giorno, e poi bruciati. Siccome non c’è Dio creatore, gli umani non hanno nessun significato nel grande ordine delle cose, egli argomenta, eppure ci stimiamo noi stessi irrazionalmente prima che, come i cani di paglia, incontriamo un’estinzione finale ed insignificante. L’umanesimo, quindi, rivendicando di essere una risposta razionale alla religione irrazionale, è se stesso irrazionale!

In altre parole, discutere di libertà, d’uguaglianza, di solidarietà e di pace non ha senso fuori dal quadro giudeocristiano.

Il filosofo olandese Evert-Jan Ouweneel, in un articolo intitolato Ritorno alle radici[6], guarda ai quattro valori specifici che Schuman identifica come europei, cioè lalibertà, l’uguaglianza, la solidarietà la pace, e pone la domanda di cosa succede se ciascuno di questi valori fossero tagliati dalle loro radici giudeocristiane. La sua conclusione è che i problemi fondamentali dell’Europa derivano dalla perdita delle radici, e che la fede cristiana potrebbe nuovamente dimostrare il suo contributo vitale per la società europea attraverso il recupero di questi valori.“Nessuno vuole tornare ai vecchi giorni della Cristianità in Europa”, egli conclude, “ma non c’è nessuna ragione per noi di essere timidi sulle radici cristiane dei valori più rispettati d’Europa.”

(La terza domanda sarà pubblicata la settimana prossima)

Jeff Fountain

Direttore Centro Schuman


[1]Dal suo messaggio al Convegno Verso una costituzione europea organizzata dalla Federazione europea delle Università cattoliche, 20 Giugno 2002.

[2]Davies, Norman: Europe, Oxford, 1996, p216 

[3]Davies, p284

[4]Habermas, Jürgen, Time of Transitions, Polity Press, 2006, p150-151

[5]Gray, John: Straw Dogs: Thoughts on Humans and Other Animals, Granta, 2002.

[6]vedi video (in inglese) e testo in italiano qui.

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