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Ottimismo o dispero?

Il quarto tema della domanda ‘Chi parla per l’Europa?’ trattata nell’edizione 33 del periodico Vista (articolo introduttivo qui, 1o tema qui, 2o tema qui, 3o tema qui, 4o tema qui – edizione completa in inglese qui)

Siete ottimisti o pessimisti per quanto riguarda la salute del cristianesimo in Europa? E parlando a nome della vostra rete, della vostra agenzia o della vostra chiesa, cosa vi rende ottimista sulla chiesa e sulla missione in Europa?

Tutti i responsabili che hanno risposto al nostro questionario erano ottimisti per quanto riguarda certi aspetti dello stato del cristianesimo in Europa, pure nettamente in certi casi. In definitiva, tutti vedono dei segni di Dio all’opera in Europa. Un numero di temi comuni sono emersi nelle loro risposte.

Impianto di chiesa

Quattro responsabili concordavano quando enfatizzavano le iniziative d’impianto di chiesa in tanti paesi. Raphael Anzenberger notava che quando avevano iniziato NC2P dieci anni fa, solo tre paesi erano in un processo nazionale d’impianto di chiesa, mentre oggi, sedici fanno formalmente parte della loro rete e, nel loro raduno del 2018, 28 nazioni erano rappresentate. Altri osservavano una “crescita generale del vangelo” e “gente aperta a sentire il vangelo.” Due persone hanno specificamente menzionato dei movimenti di Dio in Europa centrale e orientale.

Intercessione e mobilitazione per la missione 

Daniel Costanza della Comunione pentecostale europea osserva un “fervore rinnovato per l’intercessione e l’evangelismo di ogni tipo di forma” e questo era confermato da Mike Betts di Relational Mission (Missione relazionale): “Mobilitiamo adesso tante persone nella preghiera, le quali alimenteranno la missione.” Con una prospettiva d’agenzia missionaria, John Gilberts di GEM osserva “un interesse di nuovi missionari più giovani per venire e servire” e di giovane persone e di persone che sono pronte per una seconda carriera raggiungono l’opera per la missione.” Harvey Kwiyani dell’Università Liverpool Hope è più prudente perché “la maggioranza degli Europei non capisce ancora che l’Europa è un campo missionario e che quelli che lo capiscono sono ancora incapaci di capire come coinvolgersi in questo nuovo campo missionario d’Europa.”

Giovani responsabili

In modo più generale, l’insorgenza di una nuova generazione di giovani responsabili era celebrata da tante persone. “Dio sta innalzando certi giovani responsabili straordinari, il cui desidero è di far parte d’un movimento dello Spirito di Dio nel nostro continente”, diceva Tony Peck, segretario generale della federazione battista europea. Jeff Carter lo ripeteva: “Tutte le agenzie e le chiese con le quali lavoro celebrerebbero l’insorgenza di responsabili più giovani che sono seduti ora sulle spalle di chi ha guadato in tempi difficili.”

Chiese della diaspora

Un altro tema comune positivo era l’impatto delle chiese della diaspora in Europa con sei responsabili facendo certi riferimenti a questo. Kent Anderson, direttore di ECM Gran Bretagna lo riassume come di seguito: “la chiesa etnica ha instillato un nuovo fervore ed una nuova visione nella chiesa in tanti paesi. La fede è tornata in Europa!” Tuttavia, vari aspetti erano evidenti. Certi mettevano in evidenza la sfida e l’opportunità di raggiungere i profughi e i richiedenti d’asilo. Altri osservavano che delle chiese insorgevano come risultato nei confronti della migrazione sia interiore sia esteriore (cioè sia tra paesi europei sia la migrazione in Europa da fuori). Harvey Kwiyani, dell’Università Liverpool Hope, notava che “le chiese della diaspora crescono, e che mentre crescono, imparano ciò che è necessario per raggiungere gli europei con il vangelo”, mentre Reifsnider osservava che i cristiani della diaspora sono ora meglio capiti dagli europei.

Partenariato

Vari responsabili notavano ugualmente il numero crescente di partenariati aldilà dei confini geografici, culturali, linguistici e denominazionali. “C’è un desiderio crescente di cooperare e di unire le forze fra i gruppi evangelici”, diceva Frank Hinkelmann dell’Alleanza evangelica europea. John Carter va anche più lontano: “c’è una piattaforma per un dialogo aperto ed un’opportunità per operare insieme… per portare il vangelo di Gesù Cristo a tutte le generazioni e culture per chi vede l’Europa come la loro casa.” Cueva ricorda questo nuovo spirito di missione: “collaborazione reciproca.”

La Chiesa

Se c’era un tema che provocava dei commenti sia ottimistici sia pessimistici, era per quanto riguarda la chiesa. Vari responsabili notavano l’emergenza di forme più missionarie della chiesa e che tante chiese sono “diventate spazi d’accoglienza e di grazia per la gente che è stata sradicata.” Ma altri enfatizzavano l’istituzionalismo persistente ed il bisogno di sviluppare nuove otri per il nuovo vino che Dio fermenta in Europa. Frank Hinkelmann, Presidente dell’Alleanza evangelica europea, notava in particolare “l’erosione dell’autorità biblica in un numero di chiese e di denominazioni.” Questo è, senza dubbio, un risultato del dominio pubblico secolare che è una ragione di pessimismo per tanti, anche se Tony Peck vede “più cristiani ‘presenti in campo’ nel mondo della politica e nella società per testimoniare dei valori del vangelo in una società secolare pluralista.”

Speranza per l’Europa

Eppure, la ragione suprema di speranza non deve essere trovata nei segni d’ottimismo elencati qui sopra, ma nella promessa di Dio, e questo appariva fortemente e chiaramente nelle risposte di questo gruppo di responsabili: “Cristo ha fatto promesse per la sua chiesa che non potrà fallire”; “Dio è sovrano ed è in controllo di tutto… il regno di Dio sarà stabilito prima o poi”; “la Chiesa appartiene a Dio e Dio non dimenticherà l’Europa”; “Gesù ha promesso che COSTRUIRÀ la sua chiesa.

Un giorno, il missiologo Lesslie Newbigin era intervistato alla radio. Il giornalista chiese: “Vescovo Newbigini, lei è ottimista o pessimista per quanto riguarda il futuro della chiesa?” La sua risposta fu categorica: “Non sono ne ottimista ne pessimista. Gesù Cristo è risuscitato dai morti.”

I responsabili intervistati per questa edizione di Vista vedono tanti segni di speranza in Europa oggi, ma sono tutti d’accordo che la ragione suprema di speranza è il vangelo: Cristo è morto. Cristo è risuscitato. Cristo è sul trono e tornerà ancora nella sua gloria.

Scritto da Chris Drucker, Joanne Appleton e Jim Memory per Vista Magazine

Foto: Pentecoste 2019: 500 persone sono battezzate dalla Nordkirche nel fiume Elba nel Nord della Germania.

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